27 febbraio 2022
Carissimi sorelle e fratelli tutti,
ringrazio di cuore tutti voi per la vostra significativa e attenta partecipazione. Sono sulla strada di ritorno dal convegno sulla pace nel Mediterraneo che si è tenuto a Firenze, in comunione con Papa Francesco e che ha visto la presenza di vescovi e sindaci di grandi città del Mediterraneo. Sono con voi per questo incontro di pace e di solidarietà con le popolazioni ucraine.
Quello che non volevamo credere, dolorosamente è invece accaduto! Sembra incredibile che ancora oggi, nonostante tutte le sofferenze e le stragi vissute nel passato, si affidi alle armi quello che non si ottiene con il dialogo, pur sapendo che in ogni caso, dopo la guerra e i conflitti, è necessario comunque parlare e cercare di mettersi d’accordo. A meno di distruggere definitivamente tutto.
L’amarezza di papa Francesco, e che sentiamo e facciamo umanamente e profondamente nostra, così come il dolore e lo sgomento di tutti gli uomini di buona volontà, sono il motivo che ci fa incontrare tutti insieme per la pace.
Tuttavia questo incontrarci e pregare non sarebbe sufficiente, se non avessimo dentro di noi la fiducia incrollabile - anche se in questo momento debole - che il futuro non è mai assicurato dalle armi, ma dalla volontà pacifica e pacificatrice dell’uomo. Diamo voce, con coraggio e fermezza, alla parte migliore di noi. Da credenti affidiamo a Dio, vero costruttore di pace, i nostri profondi desideri di pace e di dialogo. Chi ha qualche potere, lo usi per il bene delle care popolazioni dell’Ucraina e della Russia e di tutta Europa.
Come possiamo ignorare il grido di pace che attraversa gli sguardi attoniti e sgomenti dei nostri ragazzi, già duramente provati dalla lunga sofferenza di questi mesi? I loro occhi implorano la pace! E come possiamo disinteressarci di chi deve ancora nascere? Essi saranno i nostri giudici, con occhi attenti e vera saggezza. Come possiamo arrogarci il diritto di avvallare la distruzione di vite umane, dell’ambiente e delle sue risorse, che renderanno a causa nostra più dura la loro vita? E per quale scopo? Chi non vuole la pace per tutti, non la vuole nemmeno per se stesso. La pace, la libertà, la giustizia e la dignità o sono ideali e valori concretamente condivisi o non ne beneficia neanche chi crede di possederli. Lo abbiamo sperimentato anche durante la pandemia: siamo tutti sulla stessa barca.
La violenza è capace solo di distrugge e invece abbiamo bisogno di costruire un futuro di pace per tutti. Ma non lasceremo che l’odio prenda il sopravento su di noi, non permetteremo all’odio di contagiarci, perché il vaccino del male è la fraternità. Non siamo e non vogliamo considerare gli altri come nemici, perché siamo tutti fratelli.
+ Vescovo Livio