Accolito nella parrocchia di S. Rita dall'8 maggio 1993: nato il 2 febbraio 1929 e morto il 12 maggio 2012.
Accolito nella Casa di Riposo "Pietro Zangheri" dal 26 marzo 2001: nato il 6 maggio 1925 e morto il 1 luglio 2012.
Accolito istituito il 26 ottobre 2012, in servizio ai Cappuccinini: nato l'11 giugno 1945 e morto il 5 ottobre 2018.
DALL’ELOGIO FUNEBRE
Vorrei dire due parole per Pinuccio per tutto quello che mi ha colpito della sua vita e che mia ha insegnato con la sua amicizia e il suo esempio.
Vorrei sottolineare solamente tre cose:
1. la prima è quella dell’esperienza di Pinuccio come ministro straordinario della Comunione;
2. La seconda quella del servizio come Accolito;
3. La terza quella di “prendere e portare la croce”.
Le prime due quella di portare la comunione ai malati e del servizio all’altare le ho condivise con lui.
Per Pinuccio portare la S. Comunione ai malati lo ha messo direttamente a contatto con la sofferenza degli altri, la carità cristiana e il mistero dell’Eucarestia.
Per permettere agli infermi, agli anziani di partecipare all'Eucaristia, il parroco individua persone idonee per maturità umana, vita cristiana, sensibilità, apertura agli altri e capacità. Pinuccio tutte queste qualità le possedeva.
Questo percorso che si è spalancato davanti a lui ha profondamente modificato la sua fede e tutta la sua esistenza. Tutto questo è diventato aspirazione per una vita interamente donata nella preghiera e nella ricerca del bene dei fratelli più bisognosi. Gli ha consentito di assumere con semplicità nei pensieri, nei sentimenti, nelle scelte, nelle decisioni, una forma eucaristica.
Quando la malattia si è aggravata e non gli ha più consentito di portare la S. Comunione ai malati ho colto in lui una grande sofferenza e dispiacere. Io portandogli la Comunione - che ha fatto quasi sempre giornalmente - ho toccato con mano che Cristo eucaristico era diventato per Pinuccio unico e vero amore e desiderio di un’appagata ricerca di felicità.
La seconda testimonianza è quella sul servizio di Pinuccio nel ministero istituito di accolito della chiesa forlivese. Questa esperienza vocazionale, maturata nel tempo, non è avvenuta casualmente, ma come conseguenza proprio nell’esercizio di ministro della Comunione. Si può dire che Pinuccio come Accolito sia stato chiamato a mettere la sua vita a «servizio dell’altare del Signore».
Questo ha reso più matura la sua decisione di seguire Cristo, infatti la parola accolito significa proprio “seguire” o anche “servire”. Pinuccio ha fatto dell’altare e del servizio il centro della sua vita; tante volte l’abbiamo visto operoso in parrocchia e in tante altre nostre chiese: il Duomo, Santa Lucia, San Mercuriale, San Francesco, San Pellegrino, Monte Paolo, nelle feste mariane del Carmine, della Madonna dei Fiori e del Lago…. ed è sempre stato presente nelle celebrazioni liturgiche a Dovadola in onore di Benedetta Bianchi Porro. E non a caso Benedetta l’ha voluto vicino a se nell’ultimo periodo della sua vita. E’ stato un esempio per tanti giovani ministranti che lo hanno sempre accolto.
Qualcuno pochi giorni fa mi ha scritto di lui: “Era una grande persona, un gran cristiano e un gran accolito. Esempio per tutti di umiltà, disponibilità, dedizione, e delicatezza. Un amico che ci mancherà molto. Ora spetta a tutti noi, che lo abbiamo conosciuto imparare dai suoi silenziosi comportamenti”.
La terza testimonianza è quella di “prendere e portare la croce”… Gesù ha detto ai suoi discepoli “Se qualcuno vuol venire dietro di me, rinneghi se stesso prenda la sua croce e mi segua …” La croce è una cosa inedita e sconvolgente che la logica umana rifiuta. Spesso anche la nostra fede di fronte alla croce vacilla … “Prenda la sua croce e mi segua”, questa non è una esortazione alla rassegnazione, di soffrire con pazienza e sopportazione. Gesù non ha detto “Sopporta” ma ha detto “Prendi”.
Pinuccio la croce l’ha conosciuta nella sua crudezza, l’ha accettata, l’ha presa e l’ha portata attivamente. Sapeva bene che non è Dio che manda le croci, è il discepolo che nelle misteriose circostanze della vita la prende attivamente.
Pinuccio diceva che la sua croce la offriva come dono per quanti aveva nel cuore e per le anime del purgatorio … A chi lo andava a trovare, infatti, diceva ti porto nel cuore …. Sei qui nel mio cuore. Certo vi sono momenti nei quali è difficile interpretare l’agire di Dio e vedere nelle vicende del tempo, l’opera della sua paterna misericordia. Tutto appare confuso e oscuro. Ma solo alla luce della fede il disegno di Dio si mostra nel suo luminoso dispiegarsi. E quando ciò avviene, nasce un sentimento di meraviglia. E’ ciò che è accaduto nella vita di Pinuccio. La sua vita non sta sotto il segno della fatalità o della casualità, ma rivela un disegno sapiente di Dio.
A Pinuccio che negli ultimi anni ha condiviso la vita di Gesù sulla via del Calvario l’augurio di godere la vera vita. Ciao “Padre” Pinuccio.
(Daniele Zattini)
Accolito istituito il 6 dicembre 2012, in servizio nella parrocchia di Corniolo: nato il 21 settembre 1942 e morto il 25 maggio 2020