Le notizie che si hanno del primo vescovo di Forlimpopoli, San Rufillo, provengono da fonti letterarie tarde e di poca certezza, invece le testimonianze del suo culto in tutta l’Emilia Romagna, sono indice della sua esistenza e della venerazione ricevuta nei secoli.
Vissuto nel V secolo, di origine orientale fu nominato dal Papa vescovo di Forlimpopoli per organizzare la vita della comunità cristiana che si stava formando.
La tradizione racconta tra l’altro l’episodio della vittoria sul drago, che si annidava tra Forlimpopoli e Forlì. Il vescovo Rufillo esortò i fedeli della diocesi a fare digiuni e pregare e nel contempo invitò il vescovo di Forlì, San Mercuriale, a partecipare all’impresa. Si recarono ambedue alla tana del drago, qui gli strinsero attorno alla gola le loro stole e lo gettarono in un profondo pozzo, chiudendone l’imboccatura con un ‘memoriale’ (un monumento o un’iscrizione).
Questo episodio, che si racconta anche nella Vita di San Mercuriale, raffigura la lotta del protovescovo di Forlimpopoli contro l’idolatria e il suo impegno a debellarla insieme all’opera di altri Santi Vescovi suoi contemporanei, come Mercuriale di Forlì, Leo di Montefeltro, Gaudenzio di Rimini e Geminiano di Modena.
E con loro fu pure impegnato a contrastare l’eresia ariana, il cui centro propulsore era a Rimini.
Morì secondo alcune fonti, novantenne, a Forlimpopoli. San Pier Damiani, nel sermone tenuto in onore di San Rufillo riportò anche il suo testamento spirituale: “Ciò che ognuno spende amando il proprio prossimo lo spende per se stesso. Guardatevi, o dilettisimi, dalle contese, amate la pace, siate testimoni di carità, affinché fregiati di questi ornamenti possiate presentarvi sereni davanti alla potenza del sommo giudice”.
Nel 1362 dopo la distruzione della città da parte delle truppe favorevoli allo Stato Pontificio, comandate dal cardinale spagnolo Gil Alvarez Carrillo de Albornoz, le sue reliquie furono trasportate a Forlì nella chiesa di San Giacomo in Strada, l’attuale Santa Lucia.
Da lì nel maggio 1964 esse ritornarono nella Basilica collegiale di Forlimpopoli dove sono ancora custodite sotto l’altar maggiore e venerate in particolare in occasione della sua festa il 16 maggio. L’artistico sarcofago medioevale che custodiva le reliquie del Santo è rimasto inspiegabilmente a Santa Lucia.
Foto: Luca Longhi, La Madonna in trono tra San Rufillo e Sant'Antonio da Padova, basilica di San Rufillo, Forlimpopoli