Il Beato Marcolino Amanni nacque a verso il 1317 e morì ottantenne il 24 gennaio 1397, settanta anni dopo il suo ingresso nel convento domenicano di San Giacomo di Forlì, da collocarsi quindi circa nel 1327.
Scarsissime sono le notizie sulla sua vita: l'8 giugno 1365 Marcolino compare come procuratore del convento, dal 1367 al 1370 è indicato ancora come procuratore e anche come sottopriore di San Giacomo; tra il 1371 e il 1395 è attestato come partecipante ad assemblee capitolari o come testimone in atti notarili che riguardano la vita del convento.
Alla sua morte, la devozione popolare, che lo considerava santo, ottenne che Marcolino, dopo solenni esequie venisse sepolto nella chiesa dei domenicani e per due mesi non fu possibile chiudere la chiesa, né di giorno né di notte, per il grande afflusso di fedeli.
Poco meno di un mese dopo la morte di Marcolino, il 20 febbraio 1397, Bello de' Giuliani da Forlì, vicario del vescovo di Forlì Scarpetta Ordelaffi, inviò una lettera a Leonardo Dolfin, vescovo di Castello, informandolo della morte del religioso domenicano, che veniva definito frate di vita esemplare e ricco di carità.
Bello dava anche notizia di una cinquantina di guarigioni miracolose operate da Marcolino post mortem.
Altre successive indagini fanno salire questa serie eccezionale di miracoli a 80 (relazione a Raimondo da Capua, generale dell'Ordine, che era stato direttore spirituale e poi biografo di Santa Caterina da Siena) e poi a 188 (relazione dei notai forlivesi al vescovo di Forlì, Scarpetta Ordelaffi).
Nel 1457 il corpo di M. fu traslato in un monumento marmoreo opera di Antonio e Bernardo Rossellino, che era stato fatto erigere dal concittadino dal forlivese Nicolò Dall’Aste, vescovo di Recanati.
Il 9 maggio 1750 papa Benedetto XIV approvò il culto del beato e autorizzò l'Ordine domenicano e la diocesi di Forlì a celebrarne la festa il 24 gennaio (poi anticipata al 21 per non farla coincidere con l’inizio della novena della Madonna del Fuoco).
Nel 1879, con la soppressione del convento da parte del Governo italiano, le reliquie del Beato furono traslate in Cattedrale