A Corinto, san Paolo, come abbiamo ascoltato nella prima lettura, ebbe una visione, durante la quale il Signore gli disse: «Non aver paura; continua a parlare e non tacere, perché io sono con te e nessuno cercherà di farti del male: in questa città io ho un popolo numeroso». Così Paolo si fermò un anno e mezzo, e insegnava fra loro la parola di Dio.
Lo stesso incoraggiamento, con altre parole, il Signore, possiamo esserne certi, l’ha rivolto anche a santa Rita, di cui oggi ricorre la memoria liturgica. «Donna, sposa, madre, vedova e monaca» - ha ricordato il Papa – e insieme modello di vita più che mai valido anche oggi”.
Santa Rita nacque a Roccaporena (Cascia) verso il 1380.
I passaggi considerati impossibili:
ha affrontato sfide impossibili in famiglia, società e nella chiesa….
-è nata 10 anni dopo che i suoi genitori si erano sposati…
-voleva farsi suora ma i suoi gli hanno dato un marito a 14 anni circa.
-Il marito era un violento (collerico), lo ha cambiato con la dolcezza. Ma poi è stato ucciso …
-Iniziano le faide che lei ottiene di non attivare…
-I figli muoiono quando pensavano di vendicare la morte del padre (lei ha chiesto meglio morti che assassini…)
-Chiede e non ottiene di entrare in convento (anche le suore temevano di entrare nella spirale perversa delle faide famigliari).
Dopo insistenze ottiene di entrare in convento.
Visse per quarant’anni anni nell’umiltà e nella carità, nella preghiera e nella penitenza. Negli ultimi quindici anni della sua vita, portò sulla fronte il segno della sua profonda unione con Gesù crocifisso. Morì il 22 maggio 1457.
È considerata la santa degli impossibili, perché si ricorre alla sua intercessione nei casi che sembrano disperati. Pazienza, coraggio, determinazione: virtù sempre attuali. Santa Rita è una che non si è mai arresa!
Lo stesso incoraggiamento possiamo sentirlo rivolto a ciascuno di noi. “Non aver paura! Io sono con te. Ti ho affidato una missione: portare fiducia e speranza!”
Anche a noi, il Signore ha affidato un compito, quello di annunciare e testimoniare la speranza di Cristo.
E, con la speranza, la gioia. Come ci assicura Gesù nel vangelo: “Così anche voi, ora, siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia.”
Siamo nella pandemia, un contagio che ha invaso e fermato il mondo. Non ne vediamo ancora la fine certa. Anche se siamo tentati di pensarlo o di comportarci come se tutto fosse già finito. È comprensibile, ma non realista.
Il morbo più pericoloso è non fidarsi dell’amore di Dio e non credere nell’amore verso i fratelli.
Invochiamo il Signore per intercessione di santa Rita:
O Dio onnipotente ed eterno, che in Santa Rita
da Cascia ci hai dato un luminoso esempio
di unione a te nella preghiera
e di servizio e amore ai fratelli,
fa che superando per sua intercessione
il nostro egoismo e la pigrizia,
possiamo imitarla per sperimentare nella prova
il tuo amore misericordioso
e la sua fraterna protezione.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
Poteva mancare nel ricordo di una donna, un fiore?
Tradizionalmente, la figura di santa Rita è collegata al dono di una rosa. Particolare che si spiega con un episodio della sua vita, quando ormai prossima alla morte era costretta a letto e si nutriva pochissimo. Ricevendo la visita di una parente, le chiese una rosa dall’orto. La visitatrice obiettò che si era in pieno inverno, ma Rita insistette. Così rientrata a casa la parente, con grande stupore, trovò una bella rosa che colse portandola alla santa, la quale la consegnò alle consorelle.
Questa rosa ci ricorda la rosa bianca di beata Benedetta. Un fiore dice più di tante parole. Un gesto di amore e di carità, profuma la vita.
In questi mesi sono fioriti tanti gesti anonimi di solidarietà concreta. Facciamo spuntare anche noi, in questo inverno delle relazioni, le rose di santa Rita e di beata Benedetta.
E quali sono le cose impossibili di oggi? La pace in famiglia; la comunione e la pace nei cuori; la fine della pandemia. Sono tutte connesse! Preghiamo per la fine della pandemia con questa preghiera di invocazione per le situazioni “impossibili”.
O cara Santa Rita,
nostra Patrona anche nei casi impossibili
e Avvocata nei casi disperati,
fa’ che Dio ci liberi dalla pandemia che ci affligge.
Allontana le ansie, le rabbie e le preoccupazioni che premono così fortemente sopra il nostro cuore.
Per l’angoscia, che tu stessa hai sperimentato
in tante simili occasioni,
sentiamo la tua compassione di donna, mamma e sorella, vicina alle nostre sofferenze.
O Santa Rita,
ti preghiamo, insegnaci a rispettare la natura,
ad amare i più poveri,
ad operare per il bene di tutti e di ciascuno,
senza compromettere il benessere delle future generazioni.
Santa degli impossibili,
aiutaci a credere che è possibile che gli uomini sia aiutino, che le famiglie vivano in pace,
che i politici si occupino dei poveri e di futuro,
che nella chiesa si viva la fraternità e la condivisione.
Ti chiediamo di custodire la dolce speranza
di godere un giorno, insieme con te e per tutta l’eternità, la compagnia del nostro Signore Gesù Cristo.
Santa Rita, patrona dei casi impossibili, prega per noi.