Carissimi fratelli e sorelle, non è facile per me prendere la parola in questa circostanza. Preferirei il silenzio. Soprattutto per rispetto del dolore dei familiari di Fabio, che hanno già tanto sofferto dal 31 di maggio, quando la tremenda notizia li ha travolti e per tutti questi giorni che non passavano mai. Sofferenza su sofferenza. Silenzio, perché non vorrei con le mie parole aumentare il dolore, invece che consolare. Se è possibile consolare.
Eppure, se sono qui, è per dire parole non vane di consolazione e soprattutto di speranza.
La consolazione siete tutti voi, cari fratelli e sorelle, che siete così numerosi questa mattina, per rivolgere l’ultimo saluto a Fabio. Siete stati tutti voi, che avete avuto manifestazioni di affetto e di amore di questi mesi per la mamma Francesca, per il papà Giordano, per il fratello Alessio, per la fidanzata Beatrice. Sono certo che sono state tutte parole sincere.
Ogni morte di un giovane, per qualunque motivo, scuote la coscienza di tutti. Giovinezza ha il significato di pienezza di vita; di possibilità di utopie e sogni; di fantasie, di meraviglia da costruire: vocazioni tutte da spendere.
Non ho conosciuto Fabio personalmente, l’ho conosciuto attraverso di voi e attraverso le tante manifestazioni di affetto. Basta vedere nelle foto il suo viso sereno, semplice, gli occhi intelligenti, l’espressione gentile, sicuro di sé senza arroganza o pretese, buono.
Era un giovane determinato nella pratica sportiva, fedele negli affetti e nelle amicizie, credo che sentiremo anche dopo testimonianze delle persone che gli hanno voluto bene e che lo confermeranno.
Basta osservare le tante foto che lo ritraggono esposte accanto all’altare e dalle quali traspira giovinezza, voglia di vivere e di guardare al futuro.
Sono qui per dire parole di speranza. Se celebriamo il rito delle esequie non è per chiudere definitivamente una bara, ma per guardare insieme una luce di speranza che brilla nel suo e nostro futuro.
Riprendo per questo le parole di san Paolo, quando dice che Cristo è venuto per sconfiggere tutti i nemici dell’uomo e che l’ultimo nemico ad essere sconfitto sarà la morte. La morte è stata vinta. La morte, anche questa morte, non è volontà di Dio, la morte è nemica di Dio. Sempre. Troppe volte, di fronte alla morte, diciamo: è volontà di Dio… non è così, nella preghiera del Credo non diciamo affatto che crediamo nella morte, ma che crediamo nella risurrezione di Cristo.
Nel vangelo che abbiamo ascoltato Gesù alla mamma dice “Non piangere” e al figlio dice “Alzati”. È un miracolo, certo. Ma è anche un segno: Gesù è venuto a confermare che la morte non è l’ultima parola.
La morte non è la fine; è la vita eterna il fine della nostra vita. I nostri giorni sono come degli allenamenti che ci preparano ad una gara, la vittoria sarà quando noi entreremo nel Regno d’amore di Dio.
Vi voglio dire anche un’altra cosa. La speranza di una nuova vita è anticipata da tanti segni di speranza che troviamo nella nostra vita su questa terra. Nella speranza umana.
La vita di Fabio è un segno di speranza. Fabio ci lascia la testimonianza di un giovane che non ha perso un minuto della sua vita. Nello studio, nello sport, negli affetti. La sua vita era piena. Aveva voglia di sperimentare e provare. Così ha voluto provare anche la gioia del volo. Non possiamo, non dobbiamo e non vogliamo biasimarlo per questo.
Purtroppo l’incidente ha interrotto la sua giovane vita. Siamo fragili e lo abbiamo provato anche noi in questi mesi, quanto la fragilità sia la caratteristica che rende incerta la nostra vita. Quanto poco basti per compromettere la salute e la stessa vita. Quanti lutti, sofferenze, dolori per chi ci ha lasciato e per coloro che sono stati lasciati su questa terra.
Di fronte a questo nodo fondamentale della vita ci chiediamo: ma allora che senso ha la nostra vita, il nostro impegno. Che senso ha la nostra gioia?
Ecco l’altro motivo per cui sono qui: la speranza.
Sì, la speranza! Che non è solo umana, ma è una speranza cristiana.
Dove troviamo parole di speranza? A Nain si incontrano due folle: quella che accompagna Gesù, cioè quella che cercava in Lui la speranza che dona luce anche nella sofferenza dell'uomo. E poi c’è l’altra folla, la folla che non spera più.
La speranza la troviamo proprio nelle parole di Gesù del vangelo: “non piangere” e “dico a te, alzati”.
Dire “Non piangere” è difficile, non so se sono rimaste ancora lacrime da piangere. Ma se siamo qui è per dire che queste lacrime non sono ingiustificate e non sono inutili.
Non sono ingiustificate perché Fabio era davvero un bel ragazzo, in tutti i sensi. E non sono inutili ma irrorano l’amore che per sempre ci legherà.
Diceva Tonino Bello: Ma possiamo dire anche l'altra frase di Gesù: "Giovanetto, risorgi!". Sì, Gesù l'ha detto: «Io sono la risurrezione e la vita». Ha assicurato che chi vive credendo in lui non muore per sempre. Ha mostrato nella morte non l'annientamento angoscioso e crudele, ma il tramonto di una giornata; non un portone di uscita, ma una porta di ingresso.”
Per Gesù la morte non è che un sonno. L’autore della vita, colui che ci ha tolto dal sonno della non vita alla luce della vita, saprà toglierlo ancora una volta dalle tenebre della morte per portarlo per sempre nella luce eterna.
Cari giovani, accogliete il monito supremo che parte dalla bara di questo vostro amico, di questo nostro fratello, che ha conosciuto la notte proprio all’alba della vita, e trasformate la vostra vita in un impegno costante di lavoro, di amicizia, di sacrificio e di bellezza! Continuate sul suo esempio. L’esempio di chi ha vissuto fino in fondo la sua vita nel dono e nel dono di sé. E lì che ritroveremo Fabio, nell’amore che si dona, che si sperimenta, che non si tira indietro, e che ci sta aspettando, preparandosi, nuotando nella piscina del cielo.
E ora ti preghiamo, o Signore, coralmente, tutti insieme. Per la giovinezza freschissima e promettente di Fabio, per il dolore di chi lo ha amato, per intercessione di Maria, dona a Fabio la luce del riposo eterno nel cielo, dona a noi tutti la forza di compiere, fino all'ultimo, la tua volontà.
Cari fratelli e sorelle, siamo qui per trovare parole e gesti di vera consolazione. La testimonianza di Fabio ci incoraggia. La presenza di Gesù nella nostra vita ci dà la certezza che l'Amore sempre salva.
Il Cielo è sempre aperto… Non abbiate paura di amare fino in fondo.