Omelia a Villanova per la riapertura dell'adorazione permanente 2020

21/05/2020

Sono come un orafo, che con un filo in mano, va alla ricerca di perle per impreziosire la sua collana.

E questa sera ho trovato una bellissima perla. La perla delle perle.

Abbiamo mosso i nostri passi, fino ad ora, camminando insieme sulla via della speranza, lasciandoci ispirare da perle di inestimabile valore: Maria, Madonna del fuoco, beata Benedetta, Beata Clelia, san Pellegrino; e perle nel cammino sono stati i luoghi di lavoro e di studio, e anche i carcerati, uomini e donne che ci insegnano e ci consigliano quanto sia importante sperare in un domani migliore. Ho cercato ancora perle, e ho trovato negli ammalati e nei medici e negli infermieri persone che custodiscono e incentivano la speranza. Ma questa sera, troviamo qui la sorgente della speranza. Come ieri lo ricordava papa Francesco: la preghiera è la forza della speranza! E la preghiera delle preghiere è l’Eucaristia.

Nei giorni scorsi abbiamo ricordato, facendo memoria di san Bernardino da Siena, il TRIGRAMMA della speranza: IHS. Iesus Hominum Salvator. Gesù il salvatore del mondo. Gesù è il nome caro a noi cristiani.

E questo trigramma lo troviamo, molto spesso, nelle particole grandi per l’eucaristia e per l’adorazione.

È significativo che la ripartenza dell’adorazione perpetua coincida con la festa dell’Ascensione! Un tempo era celebrata proprio come oggi, 40 giorni dopo Pasqua. L’Ascensione, apparentemente sembra la Giornata dell’Assenza, del distacco fisico, della tristezza; in realtà è la Festa di una nuova Presenza! Domenica scorsa ci diceva Gesù, nel vangelo di Giovanni: “Non vi lascerò orfani”; ci ha assicurato che sarà sempre con noi…. E la sua presenza è assicurata anche da un altro Paraclito, lo spirito consolatore, consigliere e avvocato. Non solo.

La sua presenza è assicurata dalla chiesa, corpo di Cristo. Non dimentichiamo mai, quando adoriamo Gesù eucaristia, che Gesù non è solo. Nel battesimo siamo diventati membra di Cristo: Cristo è il nostro capo e noi siamo le sue membra. Il corpo di Cristo è corpo della chiesa.

Quando Gesù ascende al cielo, i suoi discepoli non ritornano tristi come accaduto dopo la crocifissione e morte di Gesù, ma se ne tornano lieti e “predicheranno dappertutto, mentre il Signore - dice san Marco - agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.”

Non a caso, il tetragramma IHS di san Bernardino appoggia sul sole con dodici raggi, i dodici apostoli, l’inizio del nuovo popolo di Dio.

Il nome di Gesù è il sole che splende.

Adorazione eucaristica

Il nome di Gesù, l’eucaristia, la comunione fraterna su questa terra e nel cielo. La comunione dei santi.

Di tutto questo ci parla l’adorazione eucaristica.

Papa Francesco nel 2017, a santa Marta, ebbe a dire che il più delle volte noi preghiamo Gesù per chiedergli qualcosa o per ringraziarlo di qualcosa.

E, aggiungeva, «tutto questo sta bene», ma la vera domanda è se noi adoriamo Gesù.

Due sono i modi di adorare Gesù, ha subito proposto Francesco.

C’è «la preghiera di adorazione in silenzio: “Tu sei Dio, tu sei il Figlio di Dio, io ti adoro”».

E subito dopo, riflettere sulle cose da «togliere dal nostro cuore, le cose che “adoriamo” al suo posto, che ci interessano di più. Che si sovrappongono a Lui.

Adorare significa anche accorgersi delle cose che consideriamo più importanti del Signore.

A questo proposito, il Papa non ha mancato di offrire un altro suggerimento pratico: «C’è una piccola preghiera che noi preghiamo, il Gloria — “Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo” — ma tante volte la diciamo meccanicamente come pappagalli». Invece «questa preghiera è adorazione, gloria: io adoro il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo». Ecco, allora, il suggerimento del Papa, di «adorare, con piccole preghiere, col silenzio davanti alla grandezza di Dio, adorare Gesù e dire: Tu sei l’unico, tu sei il principio e la fine e con te voglio rimanere tutta la vita, tutta l’eternità. Tu sei l’unico». E così anche «cacciare via le cose che m’impediscono di adorare Gesù».

La preghiera più adatta per l’adorazione non è il rosario, ma le piccole preghiere ripetute, il silenzio prolungato, lo sguardo di Gesù misericordioso su di noi, e il nostro sguardo adorante su di Lui. Adorante, come un innamorato che guarda la sua innamorata e viceversa.

Dei piccoli versetti del vangelo ripetuti più volte: “Se mi amate, osserverete i comandamenti” … “Andate in tutto il mondo e proclamate il vangelo ad ogni creatura”.

La ripresa dell’adorazione, una speranza.

Ero preoccupato, quando per i motivi a tutti noti è stata interrotta l’adorazione perpetua a Villanova, proprio quando avevamo appena celebrato il 6° anno d’inizio.

Gli adoratori più distanti non potevano assicurare la loro presenza. Tutti dovevano rimanere a casa, o muoversi nei dintorni di casa.

Oggi, invece, sono davvero contento.

E ora riprendiamo. Anzi, non ci siamo mai fermati.

Ringrazio voi che continuate, ringrazio don Davide e tutti coloro che organizzano questa staffetta di preghiera. Grazie per questo segno di speranza.

Abbiamo bisogno di segni veri di speranza. Voi siete un segno di speranza. Adorare è un segno esigente. Ci si aspetta ed attende tanto da uno che partecipa all’adorazione eucaristica. Come ci si aspetta tanto da chi viene alla messa. È un compromettersi, dichiarare che gli altri possono contare su di noi. Che siamo disposti a donare la nostra vita. Come Gesù lo hanno riconosciuto allo spezzare il pane che ricordava il dono della sua vita, così chi spezza il pane e adora Gesù, è disposto a donare la sua vita. La preghiera è fonte di speranza.