Omelia al santuario della Madonna della Suasia 2020

23/05/2020

Cari fratelli e sorelle, l’anno scorso abbiamo ricordato il 5° anniversario dell’incendio di questo santuario e la sua riapertura dopo tre anni e lo avevamo collegato ad un altro incendio, quello più famoso e recente, che aveva devastato nell’aprile dello scorso anno la Cattedrale di Notre Dame.

In entrambi i casi, qui a Civitella e anche a Parigi, si è pensato subito a ricostruire. Le sfide sono faticose e talvolta complicate, ma non sono mai impossibili. Infatti qui, per merito dell’impegno dei membri della Confraternita, dei benefattori e della protezione della Vergine, ce l’abbiamo fatta.

Non sarà facile la ricostruzione per i francesi, così come non è stato facile per voi.

Sempre l’anno scorso consideravamo, tra le altre cose, che restaurare gli edifici non è l’opera più difficile. È molto più impegnativo riconciliarsi, ricucire le relazioni, perdonarsi, spegnere gli incendi devastanti delle antipatie, delle invidie, delle ripicche, dei rancori.

Quest’anno – chi l’avrebbe mai detto? – siamo reduci da tre mesi incredibili di pandemia, che ci ha portati a vivere esperienze di chiusura, di isolamento, di distacco. Per qualcuno (forse per troppi) si è trattato anche di una dura esperienza di solitudine e di separazione dagli affetti più cari. Una catastrofe ancora più grande. Ci auguriamo che da un punto di vista sanitario il peggio sia passato, ma le ricadute economiche, sociali, psicologiche, relazionali saranno certamente pesantissime.

Può la Madonna rimanere indifferente a questa catastrofe e all’opera di ricostruzione? Maria è stata maternamente attenta in tante altre occasioni e non dubitiamo che lo sarà anche ora. E come?

Vediamo in che cosa Beata Maria Vergine ci può aiutare?

Per rispondere a queste domande, partiamo dalla Parola di Dio che abbiamo appena ascoltato.

-Diventare cristiani. Negli Atti degli apostoli, ci viene raccontato che i pagani si fanno battezzare. Vogliono diventare cristiani! Non è rara neanche da noi questa richiesta, anche se accade molto di più in tante altre nazioni del mondo: ci sono degli adulti che desiderano e domandano di diventare cristiani.

Mi sono chiesto, e chiedo anche a voi: ma noi siamo cristiani? Guardate che oggi non veniamo rimproverati perché siamo cristiani, ma perché non lo siamo abbastanza o troppo poco….

Indico tre suggerimenti per diventare cristiani.

-Non ci si salva da soli: il metodo ecclesiale.

Negli Atti, di fronte ad una questione che sorge, ci si riunisce, si parla, ci si confronta, si decide insieme; l’ultima parola, infine, spetta agli Apostoli. C’è un metodo, una indicazione di comportamento. Si contribuisce, non si pretende di avere la verità in tasca, si accettano le conclusioni. E questo è il primo punto.

L’azione dello Spirito Santo

Il secondo punto è che ci si mette tutti sotto l’azione dello Spirito Santo. Le nostre forze non sono sufficienti. Anche Maria è stata mossa dallo Spirito santo, nel concepimento di Gesù e alla nascita della Chiesa. Perché lei, nel cenacolo, era presente. Lei è lì, con i fratelli di Gesù, come riportano gli Atti. Maria è una donna che mette insieme e non divide. L’ultima volta i fratelli di Gesù li avevamo visti a Cafarnao: erano andati a prendere Gesù per portarlo a casa, perché lo pensavano fuori di testa. E adesso, dopo la morte, li troviamo nel cenacolo con Maria. Maria ha compiuto l’impresa di tenere tutti insieme: sia i discepoli, visti come coloro che avevano traviato Gesù, sia i fratelli, che imputavano a Gesù la cattiva opinione anche nei loro confronti nel paese a causa sua. Lo Spirito Santo chiede solo due cose per diventare cristiani: credere in Cristo risorto e vivere in fraternità.

Custodire l’amore di Gesù

Terzo. Nel vangelo Gesù ci ripete: “Se uno mi ama osserverà la mia Parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui”.

Due domeniche fa, nel Vangelo Gesù ci diceva così: “Se mi amate osserverete i miei comandamenti”.

Non si può obbligare ad amare, non si può costringere a credere, non si può nemmeno obbligare nessuno ad essere cristiano. Ma, se uno desidera dirsi cristiano, ha una sola strada da percorrere: osservare la sua Parola, credere in Gesù e amare i fratelli. Non ci sono tradizioni che tengano. Fossero anche le più belle. La vera, unica scelta, è quella dettata dall’amore disinteressato e gratuito. La tessera di riconoscimento è una sola. L’amore di Dio è il cuore del vangelo. E per questo si è disposti a dare la vita.

Ma come si custodisce l’amore? Ricevendolo nell’eucaristia e servendolo nei poveri. Accogliendolo nel tabernacolo fisso e nel tabernacolo vivente che sono i poveri.

Maria si dimostra la Madonna della Ripartenza.

Nell’aprile del 1556, la Madonna apparve per 5 volte al pastorello Pasquino da Vignale, nei pressi del torrente Suasia e chiese al popolo cristiano preghiere, penitenza e la costruzione di una chiesa. Costruire un edificio dove Gesù è presente nell’Eucaristia, unica vera garanzia per ricostruire una vera comunità.

E anche dopo un terremoto, la richiesta di costruire una chiesa ha lo scopo di custodire la presenza del Signore, favorire la ripartenza, un’opera comune che unisce le persone, dove si radunano, una casa comune dove tutti si incontrano. Dove siamo adesso non è la casa di Maria, è la casa della mamma e quindi è la casa di tutti. Della famiglia umana! Dove i piccoli sono al centro delle attenzioni. Ogni volta che appare la Madonna, ella incontra i piccoli e chiede di costruire una chiesa.

Grandi sfide ci attendono. Il rischio è che i più forti risaltino e in qualche modo se la cavino. La via della speranza indicata da Maria è quella dove non si dimenticano i più piccoli e dove si vive la comunione della famiglia umana.

La via della speranza è strada del servizio, del bene comune, dell’ascolto vero della Parola di Dio. Lasciamoci guidare dall’esempio e dalla proposta di Maria, che ci indica la via della speranza per un mondo rinnovato.

Maria, Madonna della ripartenza, prega per noi.

Beata Maria Vergine della Suasia, prega per noi.