Omelia all'Istituto Clelia Merloni 2020

28/04/2020

Celebriamo il quinto passo della “Via della speranza” con il mondo della scuola

Il martirio di Stefano di cui ci parla liturgia di oggi è una pagina fondativa della nostra Chiesa e non è un caso che venga letta subito dopo Natale e nel tempo pasquale. Stefano è il primo passo della nuova comunità. Sembra strano, parliamo di una tragedia. Eppure è un segno di speranza: è il primo cristiano alter Christrus, che assomiglia a Gesù. Nella testimonianza e nelle parole. Non usa parole tenere, ma usa parole di perdono. È uno che si è formato alla scuola della Sacra Scrittura.

In poche parole ho messo in evidenza tre cose: l'importanza della formazione, il valore del perdono, il coraggio della testimonianza.

Stefano dimostra di conoscere bene le Sacre Scritture dove trova la chiave di quello che sta succedendo. E Gesù è la chiave di quello che sta succedendo, gli offre la possibilità di comprendere gli eventi. In questi tempi di pandemia, leggiamo e rileggiamo le Scritture, troveremo parole di senso anche per quello che stiamo vivendo.

Formazione

Madre Clelia credeva nella formazione. Umana e cristiana. Lei per prima ha avuto la fortuna di essere formata fin da piccola. La formazione è anche un difetto (una carenza, una mancanza) che emerge talvolta perfino in questi tempi... La formazione è un passo decisivo verso una rinascita. Sono qui a compiere con voi il quinto passo sulla vita della speranza. Per sottolineare quanto la formazione e la scuola sono importanti per la Chiesa, per i cristiani laici e per le famiglie. Diceva ieri il nostro Presidente Mattarella che le scuole chiuse sono una ferita per tutti. E cosa dovrei dire io, cosa dovremmo dire noi di fronte alle scuole cattoliche che rischiano la loro stessa esistenza? Sarebbe un grave impoverimento per tutti se queste preziose scuole venissero meno. Qui non si impara solo a leggere, a scrivere o a far di conto. Si impara a vivere. Si impara a rispettarsi, ad apprezzarsi, non a competere, si impara ad amare. La punta più alta dell'amore è il perdono. Vale per tutti: credenti e non credenti, per i cristiani presenti in ogni ambito formativo e, in particolare, per le scuole di indirizzo cattolico.

Perdono

Santo Stefano ci insegna l'arte del perdono imparata la Gesù. Madre Clelia ci insegna il perdono. Sappiamo quanto è stata centrale per lei la capacità di perdonare. Di amare anche coloro che l'avevano umiliata.

Coraggio della testimonianza

Santo Stefano, Madre Clelia, gli insegnanti, le suore, ci insegnano il coraggio della testimonianza. Del giorno per giorno. Anche in questi tempi.

E da dove traevano questa forza Santo Stefano e Madre Clelia, e anche tutti coloro che testimoniano il Vangelo? Dal pane di vita. Che è Gesù. Gesù è presente nel pane della Parola, nel pane dell'Eucaristia. Ed è lo stesso pane. In questi mesi i Vescovi e tutta la Chiesa cattolica hanno eseguito fedelmente, responsabilmente, convintamente, nonostante tante critiche, le norme proposte per arginare e vincere il contagio. Ma nel momento in cui alcuni spiragli si aprono, non può non invocare l'esigenza per sé del pane eucaristico, importante anche più del pane che troviamo nelle tavole. Non di solo pane vive l'uomo. Non dimentichiamo che i volontari che vengono dalle file delle nostre associazioni e parrocchie e che ogni giorno portano viveri nelle case, e li offrono nelle mense, attingono la loro forza dalla fede nel Signore Gesù alimentata dal Vangelo e dall'Eucaristia.

Non c'è alcuna “rabbia” o “ira, come titolato alcuni quotidiani, ma c'è solo il disappunto unanime per quella che appare una sottovalutazione delle potenzialità delle nostre comunità e una visione antropologica limitata ad una dimensione. Se nell'emergenza è evidente che occorra privilegiare a tutti i costi la salute e gli alimenti, nella fase 2 è necessario integrare - con tutte le precauzioni - anche le altre dimensioni, i beni relazionali e quelli spirituali. Ciò che vale per negozi, supermercati, fabbriche e uffici non deve valere anche per le forme di partecipazione e le attività spirituali?

Afferma il comunicato della Cei: “Dovrebbe essere chiaro a tutti che l'impegno al servizio verso i poveri, così significativo in questa emergenza, nasce da una fede che deve potersi nutrire alle sue sorgenti, in particolare la vita sacramentale”.

Offriamo questa sera nella nostra preghiera l'impegno di tutti gli insegnanti che da casa stanno seguendo i loro alunni, con amore e passione. Offriamo nella preghiera le famiglie, perché, attraverso l'intercessione di Madre Clelia, siano sostenute nel loro impegno educativo. In particolare le famiglie cristiane, non vengano meno nell'educazione umana e cristiana dei loro figli. I soldi spesi meglio sono quelli per l'educazione dei figli. Non riempiamoli di cose (sarà forse più difficile ora...), le cose stancano, invece i valori e la formazione del carattere e della fede cristiana restano come tesori per tutta la vita. Voglio ringraziare tutto il mondo della scuola, del personale laico e dei religiosi e delle religiose che se ne occupano, a prezzo di grandi sacrifici. Siete un segno di speranza per la società e per la Chiesa.

Beata Clelia, prega per noi.