Omelia alla Badia per la professione semplice di suor Mimoza 2020

03/10/2020

“Io ti conoscevo solo per sentito dire, ma ora i miei occhi ti hanno veduto”: abbiamo appena ascoltato queste parole nella parte finale del libro di Giobbe. Giobbe era stato messo implacabilmente alla prova per verificare se davvero la sua fede fosse sincera. Constatare cioè se era credente soltanto quando le cose andavano bene, come aveva insinuato Satana, all’inizio del libro, o se era realmente sincero, come si dichiarava certo Dio stesso.

Carissima Mimoza, con la tua professione inizia per te un impegnativo pellegrinaggio interiore, durante il quale ti metterai alla prova e saggerai la verità della tua vocazione di adesione totale al Signore. Sei già stata chiamata alla vita, hai ricevuto il dono della fede, prima ne hai sentito parlare, poi hai conosciuto il Signore, con Lui hai iniziato un percorso di amicizia e di amore.

Sai tutto anche delle fondatrici, santa Chiara e Madre Serafina.

Ma ora tocca a te, a te soltanto, stabilire un rapporto diretto e davvero personale con il Signore. Profondo e umanamente gratificante.

Noi siamo tutti con te, con la nostra preghiera, con il nostro affetto, con la nostra vicinanza e simpatia. Cosa ci auguriamo? Ci auguriamo semplicemente che tu sia una suora felice, piena di gioia.

La tua vita navigherà tra realismo e gioia. Non mancheranno naturalmente duri momenti di prova e di tristezza, di dubbio e di esperienza delle tue fragilità, talvolta imbarazzanti, e non andrà sempre tutto bene.

Ma ci saranno soprattutto (e saranno tanti!) anche momenti belli.

Abbiamo visto nel vangelo uno dei momenti belli. I discepoli tornano dalla loro prima missione. Sono elettrizzati, carichi di entusiasmo: hanno sperimentato l'inatteso, l'efficacia della Parola passare dalle loro povere parole. Hanno visto persone cambiare, illuminarsi, guarire, credere. Sono un fiume in piena mentre raccontano, ridono, scherzano, è un momento di intensa felicità.

Ma bisogna sempre essere realisti. Anche Gesù cerca di farli tornare con i piedi per terra, prova a fare un po' di catechesi su quanto hanno vissuto ma nulla, l'entusiasmo è un torrente in piena. Allora anche Gesù si lascia coinvolgere, lascia fluire lo Spirito, esulta e loda il Padre.

Ci saranno delle belle soprese. Anche i discepoli sono stati sorpresi dall’accoglienza dei pagani! Si aspettavano di sicuro che fossero i farisei e gli scribi ad accogliere le loro parole, attenti com'erano alle cose di Dio. Invece, chiusi nella loro arroganza, farisei e scribi non si schiodano dai loro pregiudizi. Sono i piccoli e i semplici ad accogliere le novità di Dio.

La gioia del Signore è la nostra forza, come dice il saluto finale della messa, e la gioia più autentica e profonda è quella che ci deriva dall'incontro con il Vangelo.

Ti auguro di testimoniare la gioia dell’incontro quotidiano con il Signore. Questa è la base!

È con la gioia nel cuore, con la certezza dell’amore di Dio, che potrai prendere la tua croce ogni giorno.

Ogni giorno che indosserai la tunica, la tunica a forma di croce, compirai ciò che manca alla croce di Cristo.

Indosserai la tunica, ed è come se tu aderissi alla scelta di tante sorelle che in quel giorno faranno, attraverso questo gesto, un atto di affidamento a Gesù. E di tanti, uomini e donne, fratelli e sorelle, che ogni giorno prenderanno la croce e andranno avanti.

E sentirai il calore della scelta di Francesco e Chiara.

Mi ha colpito la tunica di Francesco, riparata ogni anno da Chiara, e che conserva ancora oggi 19 pezze del mantello di Chiara.

La croce e la volontà di Francesco aiutato da Chiara a riparare e ricucire la sua tunica.

Ricucire sarà il tuo modo di portare la croce.

La gioia talvolta viene offuscata, rovinata, strappata dal peccato, dalla miseria umana. Tu sarai chiamata a ricucire. A riconciliarti e riconciliare.

Ricucire la fraternità. La comunità è un laboratorio dove ci sia allena a costruire e custodire la pace per poi portarla al mondo. Non sarà sempre bello vivere insieme, ma è bello quando ritroviamo la pace.

Infine i piccoli, carissima Mimoza. Oggi il vangelo del giorno ti affida la gioia del Signore che loda il Padre per la sintonia dei piccoli con la sua parola.

I piccoli siano la tua compagnia. Gli ultimi, quelli che nessuno ricerca. I difficili, quelli che fanno fatica anche ad accettarsi.

Non si può stare fra i piccoli rimando grandi.

Per parlare con i piccoli ci si abbassa, ci sia adatta a parlare come loro. Sono i preferiti di Dio, sempre. Anche Dio si è abbassato….

Carissima Mimoza, ti ringrazio per la gioia che ci dai con la tua scelta. Non spegnere mai il tuo sorriso!

Ti chiedo una cosa: il tuo nome ricorda la festa delle donne. Ti chiedo e ti auguro di essere nella chiesa e nel mondo l’esempio di una donna cristiana. Una suora che non rinuncia alla sua femminilità, anzi che ritrova nel suo essere donna i doni del Signore per seguire il suo sposo, il Signore Gesù, con tutta se stessa.

E il tuo esempio incoraggi le donne ad abbracciare, nelle diverse vocazioni, il vangelo di nostro Signore Gesù, vero uomo e vero Dio, pienezza di umanità e di grazia.

Buon inizio Mimoza, e il tuo inizio sia di buon augurio anche per il nuovo inizio, in questo tempo di pandemia per la chiesa e per il mondo.