Carissimi fratelli e sorelle, vorrei che questa Quaresima, che viviamo insieme per la prima volta, la accogliessimo come un dono, come un prezioso regalo che Dio, nostro Padre, fa a ciascuno di noi.
Dio guarda con amore e affetto immenso alle nostre vite, alle nostre preoccupazioni e ansie, ai nostri desideri e sogni, alle nostre speranze e ci conosce talmente bene da donarci un tempo speciale per prepararci ad una festa ancora più speciale, a quella Pasqua che è la massima espressione del suo amore di Padre. Abbiamo quaranta giorni per dare un senso vero al nostro tempo, del quale disponiamo pur non essendone proprietari, e il tempo è una risorsa troppo preziosa per sprecarla nella banalità, facendolo scorrere via come sabbia.
Cerchiamo dunque di accogliere e rivivere il dono della Quaresima.
Innanzitutto la Quaresima non è fine a se stessa, ci prepara alla Pasqua. Sbaglieremmo tutto, se la vivessimo solo come un periodo di tristezza, di rinuncia, di privazione. Non ha senso la Quaresima senza la Pasqua. È il mistero della crocifissione, morte, sepoltura e risurrezione di Cristo il mistero grande a cui siamo chiamati a prepararci. È un cammino verso la gioia, che certamente richiede impegno assiduo e cura, come sa qualsiasi sportivo che si allena in vista di una gara o di partita o un campionato….
Seconda premessa, dobbiamo liberare la quaresima dallo scontato, da quella superficialità che ci fa dire che “da sempre si è fatto così”. È la tentazione nostra.
Se è vero che molti non sanno neanche che cos’è il tempo di quaresima, noi praticanti corriamo forte il rischio opposto di ridurre la Quaresima a qualche piccolo e insignificante sacrificio, che non cambia niente della nostra vita. Non è certo abbattere il colesterolo il nostro obiettivo, anche se la salute è importante. Non mangiare la carne il venerdì per mangiare invece il pesce può essere del tutto ininfluente sulla nostra vita…
È forse questo il cammino di conversione che ci è chiesto a Quaresima per prepararci bene alla Pasqua? Il Signore ha davvero bisogno di qualche nostro piccolo sacrificio? È questo quello che veramente ci chiede?
No. Il vangelo mi pare molto più serio e impegnativo. Ci ricorda prima di tutto di avere uno sguardo diverso sulla nostra vita.
Nel vangelo, Gesù ci mette in guardia non dal giudizio degli uomini ma dal giudizio di Dio.
Ecco lo sguardo diverso. Noi tutti siamo molto sensibili alle opinioni della gente. Della maggioranza della gente. Le fortune dei politici di oggi si fondano sulle opinioni della gente. Della maggioranza della gente. E la fortuna di gruppi e uomini politici è stata e sarà nella loro capacità di intercettare le opinioni della gente.
Ma tra voi non sia così!
Abbiamo il coraggio anche noi, credenti e praticanti, di mettere da parte il giudizio degli uomini e di capire e privilegiare il giudizio di Dio?
Ecco la prima richiesta che ci rinnova l’inizio della Quaresima: accendere le lampade e mettere al centro la Parola del Signore.
In questa messa di inizio del nostro cammino quaresimale, cerchiamo di cogliere bene i momenti che la liturgia ci offre; abbiamo ascoltato insieme la Parola, siamo invitati a compiere un gesto, la cenere sul nostro capo, e ci vengono suggeriti tre impegni, la preghiera, il digiuno e l’elemosina, tre buoni propositi che sarebbe bene non facessero la sconfortante fine dei propositi che solitamente facciamo ad inizio anno…).
Riscopriamo la preghiera come tempo da dedicare all’ascolto del Signore. Non tempo perché il Signore ci ascolti, ma per ascoltare il Signore.
Oggi abbiamo la fortuna, anche se non andiamo a messa tutti i giorni, di leggere e meditare la Parola del Signore. Il vangelo sia veramente una lettura quotidiana. Da soli, meglio ancora se insieme. Le coppie sposi cristiane leggano in famiglia il vangelo del giorno, prima o dopo cena. Sforziamoci di spegnere TV, social network, telefoni o telefonini. Se volete, mangiate pesce o carne tutti i giorni, ma non trascurate di leggere il Vangelo.
Questo però non basta, perché non si può essere veri discepoli senza essere veri fratelli. Alla fine di questo cammino quaresimale troveremo e incontreremo Dio solo se avremo vissuto in comunione con i fratelli, se avremo vissuto da fratelli. Ecco allora che la seconda tappa è la solidarietà, in due tempi: digiuno ed elemosina. Toglierci il pane di bocca per chi ha fame da morire.
Il primo frutto della preghiera fatta di ascolto del vangelo è la fraternità.
Il cammino quaresimale non è un cammino individuale, ma è altruistico.
Lo iniziamo insieme, come comunità di battezzati che condividono la loro fede.
Tra le cose possibili da fare a proposito del digiuno, ci possono essere anche rinunce che riguardano il nostro tempo. Chiudere TV e social network per ascoltare il vangelo, ma anche per dedicare più tempo e affetto alle relazioni familiari e amicali. Probabilmente oggi questo è un impegno che costa molto di più del non mangiare carne il venerdì….
Siamo tra noi veri fratelli se sappiamo alzare lo sguardo su chi soffre. I fratelli digiunano per provare fame, per condividere così la fame vera di chi la subisce e non la sceglie come invece possiamo fare noi.
Ma non basta. Sarebbe soltanto una dieta, se ciò che risparmiamo non diventasse dono per chi ha bisogno. Il dono di un aiuto e il dono di una mano amica, da fratello a fratello.
In soccorso alla nostra debolezza di uomini e di cristiani, ci viene regalato questo tempo forte. Che va iniziato con un segno altrettanto forte. A breve, infatti, le nostre mani di sacerdoti si sporcheranno con la cenere che verrà posta sul capo di tutti noi, con un invito alla conversione. Non è un gesto scaramantico, ma un gesto straordinario di vera essenzialità, che sta a ricordarci quello che semplicemente siamo: siamo cenere e cenere diventeremo. Ed è un gesto che ci provoca e ci impegna ad una personale e comunitaria trasformazione, che ci richiama a credere davvero al vangelo, che ci sollecita a camminare con gioia e speranza dietro a Gesù.
Il vescovo don Tonino Bello amava dire e ricordare che la Quaresima è un cammino dalla testa ai piedi, che parte cioè dalla cenere che mettiamo sul nostro capo il mercoledì delle ceneri e arriva ai piedi degli altri nella lavanda del giovedì santo.
Ogni anno, mediante la Madre Chiesa, come diremo fra poco, Dio «dona ai suoi fedeli di prepararsi con gioia, purificati nello spirito, alla celebrazione della Pasqua, perché […] attingano ai misteri della redenzione la pienezza della vita nuova in Cristo» (Prefazio di Quaresima 1).
Buona quaresima a tutti, nella gioia e nell’amore di Cristo.