OMELIA DEL VESCOVO S.E. MONS. LIVIO CORAZZA
NELLA MESSA DELLA FESTA DELLA MADONNA DEL FUOCO
4 febbraio 2022
Carissimi fratelli e sorelle,
desidero innanzitutto dare il benvenuto a ciascuno di voi e, con particolare affetto, voglio salutare mons. Lino Pizzi e mons. Giorgio Biguzzi, che oggi compie gli anni.
Con loro quest’anno accogliamo e ringraziamo per la sua presenza, mons. Maurizio Malvestiti, Priore dell’ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, insieme con i cavalieri presenti, dei quali, a motivo del mio essere Vescovo, sono priore territoriale e ci ricordano il legame particolare con la Terra Santa.
Saluto con riconoscenza tutte le autorità presenti e i membri delle associazioni, qui convenuti per onorare la Regina di Forlì. In particolare, saluto il Sindaco Gianluca Zattini che rappresenta l’Amministrazione comunale.
Mancano sei anni al sesto centenario, quando la xilografia, che era appesa in un’aula scolastica, si salvò dalle fiamme dell’incendio che distrusse la scuola forlivese del maestro Lombardino da Rio Petroso. Un piccolo avvenimento, importante per almeno due motivi. Nella sua semplicità e nella sua bellezza, la xilografia rivela tante cose.
In essa Maria è rappresentata tre volte: nel momento dell’Annunciazione, sotto la croce e soprattutto con Gesù in braccio. Attorno a lei una ventina di santi la circondano. Immagino quante lezioni di catechismo il maestro Lombardino avrà tenuto ai suoi ragazzi.
Era, forse, l’unico catechismo della classe. La Bibbia dei poveri. Ma dal 4 febbraio del 1428, dopo aver superato indenne le fiamme distruttrici, il quadro è diventato una testimonianza di fede. Dal male, il Signore sa trarre il bene. Quello che sembra una distruzione, diventa salvezza.
Come nella vita c’è un fuoco distruttore e un fuoco che diventa il segno della presenza di Dio.
Nella prima lettura, abbiamo ascoltato il racconto di quando il grande Mosè si avvicina incuriosito per vedere uno spettacolo davvero strano: un roveto era avvolto dal fuoco, ma quel roveto non si consumava. E, ancora di più sorpreso, Mosè sente Dio che gli parla e gli ordina: “Non avvicinarti! Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale stai è una terra santa!”.
Anche noi, cari fratelli e sorelle, ci avviciniamo ancora una volta incuriositi per ricordare il prodigio del quadro salvato dalla distruzione dell’incendio; ma la curiosità e la tradizione non bastano. Siamo qui per lasciarci guidare all’incontro con il Signore. Il vero prodigio è incontrare il Signore che ci parla negli eventi della storia. La terra è santa quando incontriamo Dio.
L’augurio è che anche quest’anno, entrando nel santuario della Madonna del Fuoco, la nostra terra santa, possiate incontrare davvero il Signore, lasciandoci illuminare e riscaldare dal fuoco del suo amore.
Nel Vangelo Gesù ci affida a sua Madre, Maria.
Dopo averla affidata a Giovanni, “ecco tua madre”, Gesù affida Giovanni a Maria “ecco tuo Figlio”. Giovanni rappresenta ciascuno di noi. Maria sa bene che siamo suoi figli e continua a prendersi cura di noi. Siamo figli di Maria.
Con l’incendio della scuola del maestro Lombardino di Rio Petroso i bambini persero la loro scuola. Ho trovato una straordinaria somiglianza con i nostri tempi. A causa della pandemia, e non solo, molti ragazzi perdono la scuola, alcuni lasciano la scuola e le relazioni sono spesso ostacolate.
Maria è madre di tutti, ma in particolare di questi piccoli e li raccomanda alla nostra responsabilità.
Accogliendo e custodendo Maria, accogliamo e custodiamo, con tenerezza e perseveranza, i nostri fratelli e sorelle più piccoli, più deboli. È la nostra priorità assoluta.
La maternità di Maria, Madonna del Fuoco, fondamento di fraternità, da alcuni anni ha trovato una provvidenziale coincidenza. Per niente casuale.
Esattamente tre anni fa, il 4 febbraio 2019, ad Abu Dhabi papa Francesco e il Grande Imam Ahamad Al–Tayyeb firmavano il Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune. E, dall’anno scorso l’Assemblea generale dell’Onu ha dichiarato che ogni anno, il 4 febbraio, ricorre la Giornata internazionale della fratellanza umana, legando provvidenzialmente la festa della Madonna del Fuoco alla fraternità.
Maria non ha un figlio unico, in Gesù di Nazaret, Maria ha una famiglia numerosa: tutti noi siamo suoi figli, e di conseguenza fratelli e sorelle di tutti.
Maria, è Madonna del Fuoco e della fraternità.
Nella seconda lettura, abbiamo ascoltato uno dei brani più belli ed espliciti del messaggio cristiano. L’evangelista Giovanni scrive una lettera alle sue comunità dove enuncia quelle tre parole che sono la chiave del messaggio evangelico: Dio è amore. Fino al punto da poter dire che sono le parole che sintetizzano il vangelo e quindi il cuore del messaggio evangelico: Dio è amore.
Sembra un passaggio retorico. Ma non può essere retorico niente, se chi lo pronuncia è morto ed è risorto. La fraternità è frutto dell’amore di Dio. E quest’anno abbiamo una possibilità ancora più forte di vivere la fraternità quella di aderire convintamente al cammino sinodale in comunione con tutte le Chiese. Tutti ci mettiamo in ascolto dello Spirito che parla alla sua Chiesa e al mondo intero. Maria, madre della Chiesa, dal cenacolo dei nostri gruppi ci chiama alla comunione.
Entrando in questa Cattedrale, oggi entriamo nella scuola di Maria, maestra di fraternità e di pace.
Guardando la sua immagine, pregando per i nostri cari e le nostre famiglie e i nostri ragazzi in particolare, non possiamo restringere il nostro sguardo, ma allargarlo al mondo intero.
Maria, da Gesù sulla croce è diventata madre di tutti i figli e figlie di Dio.
E la scuola di fraternità porta frutti di speranza di futuro, se tutti come lei apriamo il nostro sguardo verso i più piccoli.
Papa Francesco ha inserito nelle Litanie mariane nuove invocazioni: Maria, Madre della Speranza e Madre della Misericordia. E aiuto dei Migranti.
La speranza fiorisce nel cuore dell’uomo se trattiamo tutti da fratelli e sorelle. Maria vuole salvare anche noi oggi, vuole salvarci dalle fiamme distruttrici del male che lambiscono tante vite. E non si accontenta di salvare una immagine, ma desidera salvare i suoi figli.
Il fuoco distruttore si vince con il fuoco dell’amore e della fraternità.
Preghiamo Maria, Regina di Forlì e madre della speranza.
“Maria, soffia ancora sulle ceneri che coprono e soffocano il fuoco dello Spirito. Ravviva le fiamme come già facesti nel cenacolo per la rinascita della prima comunità cristiana. Aiutaci a spegnere le fiamme distruttrici del coronavirus, dello scoraggiamento e della depressione. Lo Spirito del Tuo Figlio infonda in tutti noi misericordia, responsabilità e speranza. Ti affidiamo con fiducia, in particolare, il futuro dei più giovani. E confidiamo che loro rispondano camminando sempre insieme con Te e con il Tuo Figlio Gesù. Così sia”.