OMELIA DEL VESCOVO S.E. MONS. LIVIO CORAZZA
NELLA MESSA DELLA VIGILIA
DELLA FESTA DELLA MADONNA DEL FUOCO
3 febbraio 2022 ore 18.30
In questa messa della vigilia, desidero per prima cosa pronunciare con tutto il cuore una sola parola: GRAZIE! Grazie, Signore, per le tante e belle manifestazioni di fede di questi giorni.
Durante la novena abbiamo pregato insieme Maria, lasciandoci guidare dalle letture e dai santi del giorno, con l’aiuto di Padre Michele, domenicano del convento di Ancona, che ci aiutato a contemplare e imitare Maria, madre della misericordia, della speranza, della consolazione. Aiuto dei cristiani, prima discepola di suo figlio Gesù.
La Novena è stata ben partecipata dai fedeli di Forlì, nonostante tanti siano stati costretti in questi giorni a rimanere a casa.
Grazie, per questa partecipazione. Grazie alla presenza di quasi tutti i preti e i diaconi. Grazie al capitolo. Grazie a don Enrico Casadei e a don Nino Nicotra, il nuovo parroco, che hanno guidato e regolato tutte le celebrazioni. Grazie ai tanti cori, all’organista Alessandro, al ministrante Andrea, a Vasilev, il sacrestano, a Giuseppe, ai tanti ministranti che si sono alternati. Grazie al servizio di accoglienza: è bello essere accolti!
Sottolineo due momenti particolari: il primo è la fiorita, con la realizzazione dei disegni dei ragazzi, che quest’anno mi sono sembrati fatti particolarmente bene. Hanno onorato Maria come colei che, insieme a Gesù, ci incoraggia a camminare insieme. Sempre.
Un bel gesto di unità del mondo delle scuole significativo in questi tempi. E in particolare grazie alle scuole paritarie cattoliche: doppiamente grazie, considerate le fatiche doppie che stanno attraversando.
Grazie ai Vigili del fuoco che hanno deposto una bella corona di fiori in braccio a Maria. A questo proposito, desidero ringraziare davvero l’Amministrazione comunale, proprietaria della statua della Madonna, che ha deciso il restauro dell’effige, dopo 20 anni dal precedente restauro allora finanziato dal Rotary club.
Grazie ai giovani che hanno partecipato numerosi alla veglia vissuta qui in cattedrale, con una ventina di gruppi sinodali, condividendo con passione la proposta che coinvolge tutta la Chiesa e la nostra diocesi, in tutte le sue espressioni.
Grazie ai pellegrinaggi del cuore e della fede, in particolare dei malati e degli anziani. Alcuni di loro presenti anche fisicamente, ma tutti certamente nello spirito.
Grazie agli operatori e ai volontari delle Caritas, ai volontari della sofferenza, dell’Unitalsi, al Gruppo di preghiera di Montepaolo…
I religiosi e le religiose hanno celebrato ieri la giornata mondiale della vita consacrata. Contiamo molto sulla loro presenza significativa.
Tutti siete venuti dalla Regina di Forlì.
Siamo arrivati dunque alla vigilia della festa e voglio riprendere tre immagini.
La prima dal titolo che accompagna la nostra patrona, Madonna del fuoco:
- E il fuoco lo troviamo anche nella prima lettura, dove c’è un fuoco che brucia, che illumina, ma che non consuma i rami dell’albero.
Mosè rimane sorpreso. Incontra Dio. Incontriamo anche noi Dio, in questa festa. Un Dio amico dell’uomo.
Il fuoco è segno di distruzione. Ma anche di passione. E se il fuoco ha distrutto la scuola, il fuoco della fede e della carità sono invece il punto di partenza da cui riprendere e ricominciare ogni volta che il male soffoca o minaccia la nostra vita.
Il fuoco illumina. Un incendio ha illuminato la notte 600 anni fa (mancano sei anni, per la precisione) e una luce buona illumina le nostre case. Nelle prossime ore, la luce illumini le vostre finestre e le vostre case. La luce di un lume.
La luce accesa è segno di vigilanza. Di speranza. Di vita. È segno del focolare di famiglia.
- Nella seconda lettura, tratta dalla prima lettera di san Giovanni apostolo nel versetto 8 del capitolo 4, ci sono le tre parole chiave di tutta la sacra scrittura: Dio è amore. E l’amore chiama alla comunione, alla fraternità.
Lettura abbinata alla festa della Madonna del fuoco, che ci mette in sintonia con quello che oggi si celebra in tutto il mondo. Tre anni fa, mentre qui a Forlì celebravamo la festa della Madonna del fuoco, ad Abu Dhabi, Papa Francesco e il Grande Imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyib, firmarono il Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune. E da due anni, per decisione dell’Assemblea delle Nazioni Uniti, il 4 febbraio si celebra la Giornata mondiale della fratellanza umana.
Un dono e una responsabilità provvidenziale per tutti noi forlivesi. Maria è Madre della fraternità umana.
- Nel Vangelo, Gesù sulla croce ci affida a Maria: “Ecco tuo Figlio”. Un attimo prima aveva affidato Maria a Giovanni: “Ecco tua Madre”. Possiamo contare su Maria, ella è nostra madre. E la mamma è la persona al mondo di cui più possiamo fidarci. Lei ci indica solo quello che è bene per noi. Mai ci farebbe del male o ci indicherebbe il male. E noi, per lei, siamo suoi figli.
Essere figli è la terza parola della festa della Madonna del fuoco.
Fuoco, fraternità e Figlio.
Quando tutto sembra crollare, quando sopraggiunge la morte, quando si verifica la fuga dei discepoli, quando davvero tutto intorno parla di fallimento e di fine, ecco che Maria ci sostiene e ci dona speranza. Con Lei rinasce la vita.
Dalla croce e da Maria, riparte una nuova storia. Che anticipa la risurrezione.
Con Maria, dopo la sua risurrezione, la chiesa ripartirà senza più fermarsi.
Nel quadro miracoloso della Madonna del fuoco, ci sono, oltre a Giovanni, altri amici di Gesù e di Maria.
Un nuovo popolo di gente che non si arrende. Tutti disposti a seguire il vangelo di Gesù. A non arrendersi di fronte alle distruzioni.
Lasciamoci avvolgere dall’abbraccio della Madre, per il bene di tutti i forlivesi, non solo dei cristiani, perché Maria è Madre di tutti e a tutti vuole arrivare con il suo amore. Attraverso di noi che siamo qui, fiduciosi nella sua materna protezione.