Omelia nel secondo anniversario di ordinazione episcopale 2020

17/03/2020

Omelia nel secondo anniversario di ordinazione episcopale (17 marzo 2020)


Voglio ringraziare il Vicario Generale per le parole di stima e di affetto in occasione del mio secondo anniversario di ordinazione episcopale, avvenuta a Concordia Sagittaria il 17 marzo 2018.

Dalle letture colgo tre piste di riflessione e di azione che si coniugano bene con il momento che stiamo vivendo. Anche per il mio anniversario.

Preghiera

È una cosa che già ho raccontato altre volte, quella di quando sono stato a parlare con il Prefetto della congregazione dei vescovi e gli ho chiesto cosa servisse fare per essere un buon vescovo. “La prima cosa” – mi ha detto – “è pregare di più”.

Trovo sia una bella coincidenza aver letto oggi questa lettura tratta dal libro del profeta Daniele, l’intensa e drammatica preghiera di Azaria sembra scritta anche per noi in questi tempi, in questi momenti. Evidenzia l’importanza della preghiera. Per me, personalmente, come vescovo e per i sacerdoti, che ogni giorno pregano sempre per il popolo. Qualche volta scordiamo, in queste occasioni dove purtroppo c’è il digiuno eucaristico, che comunque i preti ogni giorno (generalmente da soli, per fortuna non è sempre così) pregano la liturgia delle ore; è una preghiera per e con il popolo di Dio.

La preghiera si fa davvero intensa. Mi auguro che anche voi che siete qui, voi che mi ascoltate e mi seguite in questi tempi, abbiate modo di riscoprire la preghiera; forse anche le circostanze possono aiutarci a pregare.

Ascolto del Vangelo

Nella preghiera, non dimentichiamolo, c’è un momento in cui si pronunciano delle parole, ci si esprime e si apre il nostro cuore a Dio, ma la preghiera è fatta anche di ascolto, direi soprattutto di ascolto.

Quando sono stato ordinato vescovo due anni fa (quella volta non c’era il sole, pioveva – come si dice – che Dio la mandava…), il vescovo ordinante mi ha aperto il Vangelo sulla testa, perché la mia vita sia sempre sotto la Parola, sia guidata dalla Parola di Dio: è l’augurio che faccio a voi che mi ascoltate, anche in questi tempi.

Raccomando la preghiera, ma raccomando di dedicare altrettanto tempo (anzi, forse di più) ad ascoltare, in silenzio, per quello che è possibile, certo, perché stando a casa, stretti stretti, non è facile trovare momenti di silenzio, specie se ci sono bambini e se ci sono mille cose da fare. Raccomando di trovare del tempo per leggere insieme, magari i bambini possono disegnare e i ragazzi possono trovare su internet qualche foto che illustri il Vangelo.

Ascolto reciproco

Per noi cristiani, per chi crede che il Signore in questo momento ci sta parlando, è importante aprire il Vangelo, ascoltarlo. Così come è importante anche ascoltarci. Sono andato a rivedere alcune delle interviste che avevo dato due anni fa e in esse promettevo di ascoltare (non potevo fare altro, di certo non potevo venire qui e dire di fare questo o quello). Ascoltare è importante. L’impegno adesso ancora più importante è quello di continuare ad ascoltare, perché in genere mano a mano che uno entra nell’ambiente pensa che non ci sia più bisogno di ascoltare, magari decide e pensa di aver già la verità in tasca. Invece il Vangelo ogni giorno ci invita sempre ad ascoltare e ascoltarci, anche in casa.

Vi dicevo all’inizio della Quaresima: “Mettete via i cellulari durante il pranzo, perché ci sia un momento nel quale ci si parla e ci si ascolta”. Potreste obiettare con un “Ma siamo sempre insieme tutti i giorni, adesso addirittura tutte le ore del giorno, ci siamo già detti tutto…”. E invece vi dico che è importante stare insieme, non c’è niente di più importante delle persone che sono con me. Vale anche per chi è solo, perché in un momento di riflessione e di ascolto può pensare a chi non c’è, a chi sta peggio…

Diamo l’esempio: perdoniamo sempre

Vi ho raccomandato la preghiera, vi ho raccomandato l’ascolto, ora raccomando anche l’esempio.

Lo abbiamo sentito nel vangelo, che ci narra un drammatico episodio di incoerenza e di ingratitudine. A uno viene condonato un debito enorme e non è capace di condonare un piccolo debituccio che aveva con un suo amico, mandandolo perfino in carcere. Non fa agli altri quello che vorrebbe gli altri facessero a lui, che in verità gli hanno fatto.

San Pietro, all’inizio del brano, pensava di essere davvero bravo nel proporre un perdono fino a sette volte. Gli pareva già di aver detto una cosa grande, e invece Gesù gli dice: “Non fino a sette volte, ma settanta volte sette”.

A Pietro Gesù chiede di dare l’esempio, di saper perdonare, di amare. Anche a me il Signore chiede costantemente di perdonare. E anche voi che mi ascoltate, in questi giorni, ogni giorno più volte al giorno dovete mettere in pratica questo Vangelo, perché stando insieme ancora di più ci possono essere degli sgarbi, delle offese e bisogna perdonarsi per vivere insieme, per stare insieme. Questo Vangelo è attualissimo per voi, oggi, in questi giorni, in questi tempi, dove dobbiamo stare insieme. È bello, certo, per certi versi è anche faticoso e pesante perché si può perdere la pazienza e la vita in famiglia può essere un inferno, anche in questi giorni nei quali siamo e siete costretti a stare insieme.

Che il Signore davvero vi aiuti a perdonarvi, a trovare il modo per rifare pace; non possiamo permetterci di essere permalosi, non dobbiamo far passare troppi minuti prima di esserci riconciliati.

Sappiamo che siamo deboli e che abbiamo bisogno ancora di più della forza e dell’amore di Dio, che ci aiuti ad avere pazienza gli uni per gli altri e a saperci perdonare, subito, non possiamo più far passare tanto tempo.

Che il Signore ci insegni allora a cogliere il bene anche da questo tempo così brutto e per certi versi drammatico, ci aiuti a camminare, ad allenarci, a coltivare quelle virtù che sono utili per vivere insieme: la preghiera, l’ascolto della Parola del Signore, la pazienza e la capacità di perdonarvi soprattutto, che è un modo per declinare l’amore.

Grazie ancora per i vostri auguri accompagnati dalla preghiera. Grazie a voi qui presenti, a voi di Forlì e, permettete anche ai miei famigliari e agli amici Concordia- Pordenone che mi stanno seguendo: grazie. Sempre uniti nella preghiera.

+Livio Corazza