Omelia nella Messa del 1° anniversario dell'alluvione 2024

17/05/2024

OMELIA DEL VESCOVO S.E. MONS. LIVIO CORAZZA

NELLA MESSA DEL 16 MAGGIO 2024

PER IL 1° ANNIVERSARIO DELL'ALLUVIONE


“Egli ci consola in ogni nostra tribolazione, perché possiamo consolare quelli che si trovano in ogni genere di afflizione con la consolazione con cui noi stessi siamo stati consolati” (2Cor 1,4)

Siamo stati tutti messi alla prova, negli scorsi mesi, negli anni scorsi. Ma abbiamo sperimentato la presenza consolante degli altri. E, negli altri, è stato Dio stesso a consolarci: Egli ci consola! Come abbondano le sofferenze di Cristo in noi, così, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione. Siamo stati provati, ma dobbiamo dire che siamo stati aiutati. Ci siamo aiutati a vicenda. Le gesta dei singoli, degli uomini e delle donne delle Istituzioni, delle migliaia di volontari, sono state la nostra consolazione.

Sappiamo che ancora tanto c’è da fare, soprattutto per alcuni, ma la prima immagine che mi viene da ricordare a me e a voi è la forza della fraternità che si è manifestata fra sconosciuti, rivelando la profonda e unica relazione fraterna fra di noi. Nel Vangelo abbiamo riascoltato il sogno di Gesù. Sono parole pronunciate a poche ore dalla tragedia della crocifissione. Non sono parole amare di rabbia o di vendetta. Sono parole di amore verso i suoi discepoli e verso tutti: “Ti prego perché tutti siano una cosa sola”. Cari fratelli e sorelle, fossero arrivati anche tutti i ristori, ma noi fossimo disuniti, a che giova? È come se una coppia, dopo aver costruito e arredato la casa con tanti sacrifici, rompesse il legame. A cosa sarebbero serviti tutti gli sforzi e le fatiche? Il ristoro più importante è l’unità fra di noi.

Il compito delle guide, siano esse guide spirituali, politiche o culturali, è perseguire il bene comune, di unire la comunità. Unirla nella verità e nella giustizia. Nel rispetto e nella libertà. Nella franchezza e nella critica, senza mai perdere di vista il bene supremo della coesione sociale, della fraternità. Tutti insieme questi valori alimentiamo la speranza per il futuro.

Papa Francesco mi ha scritto in questi giorni. Glielo avevo chiesto a marzo. Quando si pensava di celebrare una santa messa ricordando i nostri morti, innanzitutto, Vittorio Tozzi, Adriana Mazzoli e Franco Prati. Papa Francesco – questo gli avevo domandato – aiutaci a leggere il momento che stiamo vivendo e la tragedia che ci ha colpito. E lui, amabilmente, mi ha scritto.
Vi leggo ora le sue parole (lettura del messaggio del Papa).

Fate tesoro di questa gara di generosità e solidarietà. Auspico la dovuta attenzione al cambiamento climatico, richiamando tutti alla corresponsabilità nella salvaguardia e nella cura del pianeta, nostra casa comune. Guardate al futuro con speranza.

Queste parole cercheremo di farle nostre, nel nostro agire quotidiano. UNITI.