OMELIA DEL VESCOVO NELLA MESSA DEL MERCOLEDÌ DELLE CENERI
22 febbraio 2023 in Cattedrale
Concedi al popolo cristiano di iniziare un cammino di vera conversione, per affrontare vittoriosamente il combattimento contro lo spirito del male.
«Oggi inizia la Quaresima, tempo privilegiato di conversione e di penitenza per il nostro spirito. Vorrei chiedere a tutti voi di intensificare durante questo periodo la preghiera, la meditazione della parola di Dio e il servizio ai fratelli».
Allora, partiamo.
Partiamo insieme per un viaggio che ha una meta, incontrare e stare con il Figlio di Dio che vuole farci dono del suo amore e convocarci per mandarci in missione.
Un viaggio non comodo, un viaggio che ci porta per stretti sentieri, con uno zaino non pesante né opprimente ma contenente l’essenziale per vivere.
Un viaggio dove ogni rinuncia non pesa e non appesantisce, ma solleva da ogni peso e carico inutile. La sfida è cercare di essere leggeri e sciolti, di togliere quello che ci impedisce di essere liberi e veramente se stessi.
Un viaggio dove la meta è tutto e conta assai di più delle rinunce.
La quaresima non è un peso ulteriore per chi ha già pagato un prezzo alto alla vita.
Siamo già stati, da almeno tre anni di pandemia, privati del tempo e dello spazio. Siamo stati chiusi in casa, lontani dalle piazze e dai luoghi di incontro. Siamo stati anche privati della serenità del vivere, minacciati da guerre lontane di cui non sentiamo i rumori, ma avvertiamo le conseguenze.
Veniamo da un tempo che ci ha scosso tutti e che ha lasciato più incerte le speranze e le spensieratezze, dei giovani in particolare.
Cosa volete che siano, in confronto, i fioretti che di solito abbiamo fatto nelle quaresime degli anni scorsi? Abbiamo ben capito quanto siamo fragili e mortali!
Quanta cenere è stata già sparsa sulle nostre teste, in questi anni! Abbiamo capito che siamo polvere, che siamo fragili, appesi a un filo. Ricordati che sei cenere e cenere ritornerai. Eppure, noi non siamo solo cenere. Questo mucchio di cenere è abitato da Dio! Siamo destinatari dell’amore di Dio e siamo chiamati da Dio ad incontrarlo. Siamo cenere abitata dalla scintilla divina. Convertiti e credi al vangelo.
Tre sono le condizioni che vengono richieste per il cammino quaresimale e che troviamo nelle letture di oggi.
Innanzitutto, prepariamoci a camminare insieme.
La parola più ricorrente nella prima lettura del profeta Gioele è popolo. Radunate il popolo. Le ceneri le riceviamo qui, insieme, non da soli. La quaresima è un cammino di popolo. Non di un gruppo, non di famiglie, ma di popolo, siamo un’unica famiglia umana ma dall’origine divina. Tutto il popolo di Dio, oggi, riceve le ceneri.
Ecco, di conseguenza il primo impegno: ritorniamo a camminare insieme. Ritroviamo il gusto, la gioia e l’esperienza di stare insieme. Non perdiamo le occasioni che già ci sono: Sante messe, vie crucis, confessioni comunitarie, pellegrinaggi. Insomma, camminiamo con il popolo di Dio, non tiriamoci fuori. Anche nel riconoscerci peccatori, proviamo a viverlo come popolo. Non a caso, il ritornello ci ha visto pregare il salmo 50 rispondendo: Perdonaci, Signore: abbiamo peccato. Abbiamo peccato! Ci sono peccati individuali e personali. E ci sono peccati comuni. Quali? Quali sono i nostri peccati, di noi come comunità cristiana e come popolo santo di Dio?
Il cammino sinodale e i gruppi del vangelo ci possono aiutare a leggere i nostri peccati, ad individuare e togliere i pesi che ci impediscono di essere liberi, solidali, umani.
La seconda parola è: meta.
Nel vangelo Gesù ripete tre volte: il Signore che vede nel segreto, ti ricompenserà. C’è un appuntamento, un incontro con il Signore, una meta. Tutto quello che facciamo ha un senso, uno scopo. Una meta, appunto: l’incontro con il Signore.
Non stanchiamoci di ripetere che il tempo del cristiano non è la quaresima e che la meta è la pasqua, l’incontro con il risorto, nella consapevolezza che anche noi risorgeremo con Lui.
Ci stiamo preparando per un incontro e per una missione. Al termine del cammino quaresimale e pasquale, il Signore ci manderà in missione: andate in tutto il mondo, ed annunciate il vangelo.
Non finisce in chiesa la missione, si apre al mondo. Il mondo ha bisogno del vangelo di Gesù.
E, allora, non si può fingere di credere alla risurrezione. Quello che facciamo non è una recita, è un compito. Nelle recite si usa la maschera.
Gesù insiste molto nel vangelo sulla minaccia dell’ipocrisia. Il rischio di indossare una maschera (questo vuol dire ipocrita). È come dare un’altra identità sul web. Ma se puoi anche alterare il tuo profilo, davanti a Dio tutto è nudo e scoperto.
Alziamo gli occhi e guardiamo la meta.
La terza parola è concretezza. Il vangelo è molto concreto. L’elemosina, il digiuno, la preghiera stessa, richiedono gesti, tempi, luoghi e scelte molto concrete ed esigenti. Ma non riduciamo tutto ai fioretti.
Faccio tre esempi.
1. Prendiamo il proposito di metterci in ascolto. Diceva san Paolo: ascoltate la voce del Signore! Mettiamoci allora in ascolto di Dio, leggendo il suo vangelo, almeno quello della domenica, da soli, meglio se insieme, in un qualche gruppo del vangelo.
2. Mettiamoci in ascolto delle persone che amiamo.
Chiudiamo il cellulare e doniamoci due ore di libertà, mettiamoci alla prova, ascoltiamo almeno una volta alla settimana, comunicando non la cronaca ma i pensieri che ci occupano e preoccupano, i desideri che coltiviamo e non abbiamo il coraggio di condividere. Ascoltiamoci.
3. Ascoltiamoci nelle comunità. Mettiamoci in ascolto gli uni gli altri, con il metodo della conversazione spirituale degli altri membri della comunità. Viviamo la fraternità con i nostri contemporanei, con coloro che ci vivono accanto. Per il virtuale c’è tempo. Il tempo prevale sullo spazio.
Tre anni fa, il mercoledì delle ceneri, fu l’inizio di un lungo percorso che ci ha visti tutti sulla stessa barca. Abbiamo imparato anche dalla crisi. Nuove sfide ci attendono.
La Quaresima inizia dalla testa, ricevendo le ceneri, passando per il cuore che si lascia rinnovare dalla Parola del Signore, aprendo gli occhi sulle necessità dei fratelli.
E si concluderà con la lavanda dei piedi di Gesù che ci ripeterà, ancora una volta: come ho fatto io, così fate anche voi.
Buon cammino quaresimale a tutti.