Omelia nella Messa della Giornata della pace 2025

01/01/2025

1° gennaio 2025


Rimetti a noi i nostri debiti. Maria Madre di Dio, ha le carte in regola per essere maestra di pace e di riconciliazione.

Perché non impariamo mai?
È la domanda che mi faccio. Perché dopo una storia di massacri continui, causati dalle guerre? Perché oltre che vite umane continuiamo a distruggere, a sprecare, a rovinare risorse, case, ambiente naturale? Perché chi dichiara le guerre sono persone di cultura, molto istruite, che hanno studiato, che sono anche genitori e nonni, perché?
Perché, come diceva ieri sera anche il Presidente, mettiamo molte risorse economiche più nelle armi che nella difesa ambientale o nella ricerca scientifica per vincere le malattie o nella lotta per vincere la fame nel mondo, perché?
C’è una sorta di ecumenismo delle religioni. un tempo le si accusava di fomentare guerre, ma lo fanno anche gli atei o i sacrileghi (cioè coloro che usano la religione come pretesto), perché? Eppure la storia avrebbe dovuto insegnarcelo.

Perché il cuore dell’uomo è così cattivo? Cattivo deriva dal latino captivus ‘prigioniero’, cioè schiavo. Schiavo del risentimento, dell’odio, dell’invidia, della vendetta… cattivo è colui che non sa liberarsi dal male. Cosa c’è che lo rende così affascinato dal male? Un male senza limiti?

Domande forti. Non lo so, non so rispondere.
So solo dire che la pace o nasce nel cuore dell’uomo, di ciascun uomo, oppure non nasce da nessuna parte e la pace non ci sarà mai! Nel messaggio papa Francesco dice:
9. Se ci lasciamo toccare il cuore da questi cambiamenti necessari, l’Anno di Grazia del Giubileo potrà riaprire la via della speranza per ciascuno di noi. La speranza nasce dall’esperienza della misericordia di Dio, che è sempre illimitata.

Solo se la pace germoglia nel cuore di ciascun uomo nasce la pace nel mondo, altrimenti lo stesso uomo, pur desiderando la pace, è capace solo di vomitare le cose peggiori.

La pace nasce dal di dentro di ciascuno di noi. Non descrive una condizione esterna. Intendiamoci, ci basterebbe anche quella. Ci potremmo accontentare anche della tregua, delle guerre fredde, ma abbiamo capito che, come un vulcano, prima o poi esse si trasformano in guerra calda.
Pensavamo che 80 anni di pace avessero spento il vulcano. E invece no.
Allora siamo qui, per ripartire per un nuovo pellegrinaggio.
Ci eravamo fermati. Avevamo sì promosso tante marce, ma camminava il corpo, mentre la mente e il cuore andavano in un’altra direzione; non eravamo cambiati dentro.
Allora, ripartiamo da Maria. Sì, da una giovanissima madre, sposa di Giuseppe, piena di Grazia e di Spirito Santo.
Cosa c’è di speciale in Lei, da renderla così attuale?
Mi colpivano due pubblicazioni di questi giorni: La passione secondo Maria, di Massimo Cacciari. Attraverso la potente icona di Piero Della Francesca presenta Maria, una Donna che sta al centro del mistero dell’incarnazione e non un semplice mezzo attraverso cui si incarna lo spirito. E, ancor più sorprendente, un libro di Vittorio Sgarbi, sempre su Maria, con lo stesso quadro in copertina di Piero della Francesca, intitolato: Natività, Madre e Figlio nell’arte. La maternità di Maria non solo come un tema religioso, ma un tema umano. Quando presentano così i libri significa che gli editori pensano che il religioso riguardi tutto ciò che avviene nel tempio, in Chiesa, e invece l’umano, riguardi la vita degli uomini e delle donne. In realtà il nostro Dio si è incarnato proprio per abbattere il muro fra religioso e umano. Il velo del tempio si squarciò. Qualcuno cerca di ricucirlo… ma questo è un altro discorso. Insomma il soggetto è semplicemente la vita. Maria è un guida per tutti, non solo per i credenti.
In che cosa Maria ci può essere motivo di speranza per vincere l’istinto di morte, che ci porta ad amare le guerre?
In che cosa Maria ci accompagna per ripartire per quel pellegrinaggio che inizia da questa santa messa per rituffarci nella vita quotidiana?
Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
Maria concepisce e genera Cristo. Accetta di vivere la sua libertà di donna per l’amore di una creatura. È libera per amare. E custodisce e dona Gesù, come la nostra salvezza. Lei ci indica la chiave per aprire il nostro cuore alla pace.

Siamo anche noi chiamati a generare e custodire, a prenderci cura delle persone e delle vite che ci sono affidate. A partire dalla nostra interiorità spirituale. Cristo è il principe della pace. E ci dà sempre la possibilità di ricominciare. Il grande dono del Giubileo è il dono che ci viene dato per ripartire. A vincere il male che è dentro di noi.
Finché c’è vita c’è speranza, si dice o, come diceva don Milani, finché c’è fatica c’è speranza. Finché c’è chi impegno per la vita da accogliere come dono da custodire e di cui prendersene cura, c’è speranza.
13. Cerchiamo la pace vera, che viene donata da Dio a un cuore disarmato: un cuore che scioglie l’egoismo nella prontezza ad andare incontro agli altri; un cuore che non esita a riconoscersi debitore nei confronti di Dio e per questo è pronto a rimettere i debiti che opprimono il prossimo; un cuore che supera lo sconforto per il futuro con la speranza che ogni persona è una risorsa per questo mondo.

14. Il disarmo del cuore è un gesto che coinvolge tutti, dai primi agli ultimi, dai piccoli ai grandi, dai ricchi ai poveri.
Che il 2025 sia un anno in cui cresca la pace!

Concludo con la preghiera che si trova nel messaggio di papa Francesco.
15. Concedici, la tua pace, Signore!
Rimetti a noi i nostri debiti, Signore,
come noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e in questo circolo di perdono concedici la tua pace,
quella pace che solo Tu puoi donare
a chi si lascia disarmare il cuore,
a chi con speranza vuole rimettere i debiti ai propri fratelli,
a chi senza timore confessa di essere tuo debitore,
a chi non resta sordo al grido dei più poveri.