1° gennaio 2024 Madre di Dio e 57ma Giornata per la pace
Abbiamo terminato ringraziando il Signore, iniziamo ringraziando il Signore. Ieri sera abbiamo concluso l’anno 2023 ringraziando Dio per il dono della sua luce in mezzo a tante tenebre; per aver sperimentato la solidarietà e la bontà di tante persone che brillano di Luce, illuminati da Dio e dal suo amore.
Abbiamo cantato il Te Deum laudamus, con consapevolezza e convinzione. Anche se con qualche esitazione. Il 2023 è stato un anno duro.
Oggi iniziamo il 2024 con gli stessi atteggiamenti di gratitudine e di lode. Come Maria custodiamo nel cuore tutto quello che capita e confidiamo nel Signore.
Come i pastori, ripartiamo sempre con questo segno: “Trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia”. Nel primo giorno dell’anno la liturgia celebra la Santa Madre di Dio, Maria, la Vergine di Nazareth che ha dato alla luce Gesù, il Salvatore. Lo ricordavo ieri sera, non è una coincidenza casuale che qui davanti a noi ci sia un bambino e nelle nostre case, in tutte, mi auguro, almeno nelle vostre, ci sia un presepe, anche piccolo. O per lo meno ci sia un bambino, chi ha un bambino vero in casa è esonerato da fare il presepe. Dovremmo mettere sempre un bambino in mezzo alle nostre assemblee. Anche nei consigli parrocchiali, nei consigli comunali, nei consigli di amministrazione, nei consigli di classe, nelle riunioni di partito: un bambino. O la mangiatoia di Francesco.
Per vedere il presente e il futuro con gli occhi dei bambini. Per tener conto delle conseguenze delle nostre scelte. Ricadranno su di lui.
“Dio ha parlato ai padri per mezzo dei profeti; ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio”: Dio continua ancora oggi a parlare per mezzo del Figlio, e per mezzo dei suoi figli più piccoli.
Un giorno che i suoi Apostoli stavano discutendo animatamente chi fosse fra loro il più grande, Gesù prese un bambino lo pose in mezzo a loro e disse: “Se non vi convertirete e non diventerete come bambini non entrerete nel Regno dei cieli”
Il bambino non è solo per il presepe di Natale, ma il bambino come criterio di giudizio che orienta le scelte personali e comunitarie. La prima parola, il primo segno è il bambino. Il Natale è molto più serio di quello che si pensa.
“Dio abbia pietà di noi e ci benedica” (Sal 66). Ricorre molte volte nella liturgia di oggi la parola: benedizione.
Cosa vuol dire benedire? Cosa vuol dire chiedere al Signore che ci benedica? Significa che gli chiediamo che confermi tutto quello che noi facciamo? No. La benedizione conferma che noi siamo suoi figli. E che Lui è la nostra guida. Poi tocca a noi metterci in cammino perché le scelte siano conseguenti…Per esempio di fronte alla scoperta dell’Intelligenza artificiale, cosa vuol dire chiedere la benedizione del Signore? Ne abbiamo parlato prima. L’atteggiamento del cristiano è sempre duplice: gioia e responsabilità. Nelle grandi scoperte riconosciamo la presenza di Dio che ci ha fatto dono dell’intelligenza, della coscienza, del creato, della fraternità (da soli non potremmo fare niente) … È una grande scoperta ed una grande opportunità. Siamo contenti!
E nello stesso tempo una grande cautela. Tutte le scoperte sono per tutti. Per la pace e per il bene di tutti gli uomini e di tutte le donne. Dio è Padre di tutti. Nelle guerre che si stanno atrocemente combattendo si utilizzano le più grandi tecnologie e le ultimissime scoperte. È una guerra fatta utilizzando le ultime scoperte scientifiche e tecnologiche per uccidere. Chi pensa che la scienza, da sola ci salverà, viene smentito da fatti. Gesù potremmo dire, di nuovo, ci mette davanti a un bambino.Se giova a lui e alla sua vita, bene, altrimenti è male. La scienza da sola non basta. Ci vuole l’eticità, la fraternità, la libertà, la giustizia, la pace, la solidarietà. Tutte insieme. Non solo uno di questi valori.
Infine, i pastori. Ecco Gesù è stato accolto per primo dai pastori. Dagli ultimi. Non erano solo poveri erano anche emarginati e peccatori. Non erano dei santi. Ma hanno ricevuto dagli angeli il mandato di annunciare a tutti la nascita del Salvatore. Sono i primi ambasciatori. Erano poco raccomandabili, infatti si stupivano gli abitanti di Betlemme: ma proprio a loro è stato affidato questo grande messaggio, della nascita del Figlio. Erano i più inadatti e inadeguati.
Se qualcuno fra noi si sente inadeguato, pensi ai pastori: chi più di loro era impreparato. Eppure proprio a loro gli Angeli sono stati inviati ad accogliere e portare l’Annuncio più importante di sempre. Tutti, proprio tutti sono chiamati e inviati. A nessuno è consentito di non essere ambasciatore di pace e di speranza!
La pace, la giustizia, la solidarietà ha bisogno di pastori, di missionari, di annunciatori, di collaboratori, chiamateli come volete.
Il cammino sinodale è lo strumento attraverso il quale, oggi, come Chiesa, sull’esempio di Maria, riceviamo, custodiamo, meditiamo e annunciamo a tutti, il messaggio del Vangelo.
È urgente? Oggi più che mai.
Perché il mondo ha bisogno di essere salvato.
Impariamo da Maria che, che non si è tirata indietro. Ha detto “eccomi”. Una volta partorito il Figlio, serbava-custodiva tutto nel suo cuore. Meditava e ci tornava su. È diventata discepola del Figlio. Non sempre ciò che succedeva in lei e attorno a lei era immediatamente comprensibile, ma non perdeva una parola, un segno di quello che le succedeva… e vedeva la volontà del Signore realizzarsi, giorno per giorno. Neanche sotto la croce nel buio più buio si è arresa. Insieme con le altre donne: STAVANO sotto la croce.
Cari fratelli e sorelle chiediamo la benedizione alla Santa Madre di Dio: Lei ci mostra Gesù: lasciamoci benedire, apriamo il cuore alla sua bontà. Così l’anno che inizia sarà un cammino di speranza e di pace, non a parole, ma attraverso gesti quotidiani di dialogo, di riconciliazione e di cura del creato.
La pace del Signore sia con voi.