È nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore” (Lc 2, 11)
“Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi (Gv 1,14)
“A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio” (Gv 1,12)
Come allora, anche oggi Dio ci viene a cercare, ma in modo discreto e non invadente. Per incontralo occorre andare a nostra volta a cercare.
Lasciamoci cercare dal Signore, è Lui che viene incontro a noi.
Dopo una lunga strada, ciò che era stato preannunciato da secoli, il Figlio di Dio viene in mezzo a noi.
È Lui che prende l’iniziativa, mosso solo dall’amore.
Viene anche per chi non crede in Lui. Continua a venire anche se, ancora, non lo accogliamo. Lui continua cercarci, perché non può non farlo. Solo il suo amore lo spinge.
Viene anche per chi lo rifiuta, viene per chi è accecato dall’odio, dall’istinto della vendetta, per chi è ubriacato dai beni materiali. Viene anche per chi pensa solo a distruggere ed annientare la vita e le case degli uomini. E la vita stessa dei bambini. Da allora, Egli non ha smesso di continuare a venire nella nostra storia.
E come capitò al tempo di Gesù a Betlemme, sembra che non cambi niente. Allora le guerre continuavano, così come le violenze sui deboli, le stragi degli innocenti, le ingiustizie sui migranti; la sua nascita, a parte i pastori e i magi, non l’aveva avvertita nessuno. Ma un seme generoso e forte veniva gettato sull’umanità.
Solo quando, dopo anni, Cristo adulto ha iniziato a far conoscere il suo amore e il senso della sua venuta. Solo allora, quando la sua parola è penetrata nei cuori di qualcuno, la luce ha iniziato a brillare sulla faccia della terra.
Fino a quando non ha affascinato qualcuno, fino a quando non è diventata carne, la missione del Figlio di Dio sarebbe rimasta una buona intenzione di Dio.
“A quanti lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio” (Gv.1,12), figli della luce.
La proposta è avvenuta e avviene nella piccolezza. Chi di noi avrebbe mai detto, passando davanti alla mangiatoia 2025 anni fa, che quel bambino era il Figlio di Dio? Il male e il bene continuano a crescere insieme.
Per salvare il mondo, per cambiarlo in meglio, occorre essere disposti a dare la vita.
Il Figlio di Dio, nella notte di Betlemme, è nato fra lacrime e sangue.
Noi pensiamo che la sua nascita sia indolore. Ma è stato un percorso duro e impegnativo, non una passeggiata indolore.
Quando è nato, Gesù bambino piangeva, come tutti i bambini. Quando è nato Gesù, Maria ha sofferto come tutte le mamme.
Lacrime e sangue sono il prezzo della speranza.
Diceva don Milani: finché c’è fatica, c’è speranza.
Lo faceva notare un biblista. Nel vangelo, in tutti e quattro i vangeli, non c’è la parola speranza. Perché la speranza è una persona. La speranza è Cristo che, venuto per amore, ha dato la vita per amore. E Dio lo ha risuscitato riconoscendo la sua capacità di amare.
Cristo ha bisogno di noi.
Cristo non nasce oggi, se non nasce nel nostro cuore.
Cristo ha bisogno di uomini e donne che, come Lui, si dispongano per dare la vita per amore dell’umanità, dei figli di Dio.
Ma non saremo in grado di farlo se prima non accogliamo la Vita che viene a donarci, la sua vita in noi, la vita dei figli di Dio, la vita divina.
Solo gli innamorati di Cristo, lo accolgono.
È lui stesso la vita che non finisce, e questa vuole donarci, per questo è venuto nel mondo, perché abbiamo la vita e l’abbiamo in abbondanza.
Tutti desiderano la pace, tutti desiderano essere amati.
Ma per raggiungerla la pace, bisogna che diventi carne e sangue della nostra vita. Fino a quando non ci sarà posto per Lui nel nostro albergo, non ci sarà pace nel nostro cuore, nelle nostre famiglie, nelle nostre città e nel resto del mondo.
“La tragedia di oggi,” sostiene Cacciari in una intervista di questa mattina, “è che oggi non si ascoltano più le parole del Vangelo.”
Ma Dio non si arrende! Prima o poi lo capiremo, e ci arrenderemo al suo amore.
Allora, e solo allora, sarà un buon Natale per tutti. Vieni Signore Gesù, vieni presto nel nostro cuore. Vieni a salvarci.
“A quanti lo accolgono ha dato il potere di diventare figli di Dio”, figli della luce, veri seminatori di pace che Cristo ci ha portato come dono, a prezzo della sua vita.
Questo è il Natale di Gesù!
Buon Natale di nostro Signore Gesù Cristo.
Al termine, prima della benedizione! Cristo è la porta!
Con questo santo Natale inizia l’anno giubilare. Poco fa, papa Francesco ha aperto la prima porta santa. Cristo è la porta!
In tutte le Cattedrali del mondo, si apriranno le porte della misericordia di Dio, domenica 29 dicembre, domenica della santa Famiglia di Nazaret.
Ci ritroveremo insieme nella Basilica di san Mercuriale alle 15.30, da dove ci metteremo in cammino per dirigerci verso la Cattedrale per iniziare la messa alle ore 16.00.
Cammineremo insieme perché lo scopo particolare di questo anno santo è prendere maggiore consapevolezza che siamo Pellegrini di speranza. Pellegrini che hanno una meta, Cristo risorto; pellegrini che camminano insieme, idealmente tutta la Chiesa si mette in cammino dietro la croce di Cristo, nostra speranza.
La speranza è Cristo e solo Lui.
È un cammino spirituale ma con conseguenze concrete nella vita personale e sociale. Ci sono anche obiettivi di solidarietà: la vita, la pace, servire i poveri.
Vogliamo far ripartire la speranza.
Dio ci dà sempre un’altra possibilità, per riconciliarci, per rifare pace, per rialzarci, per ripartire, per sempre.
Siamo pellegrini di speranza perché non siamo schiacciati dal nostro errore ma possiamo ripartire.
Lui ci risolleva come con il buon samaritano, come il Padre del figliol prodigo…
È una occasione di Grazia per la conversione del mondo, ma incominciamo da noi. Il secondo pellegrinaggio lo faremo partendo dal carcere.
Il mondo cambia se noi cambiamo.
Di nuovo, auguri di Buon Natale.