Omelia nella Messa della posa della prima pietra della chiesa dei Romiti 2023

22/06/2023

MESSA PER LA POSA DELLA PRIMA PIETRA
DELLA NUOVA CHIESA DEI ROMITI
21 giugno 2023



Era la prima domenica dopo l’alluvione, un mese fa, domenica 21 maggio: è questo il tempo che è passato da quando nel salone parrocchiale ora dichiarato inagibile, ho celebrato la messa dell’Ascensione con don Loriano, alcuni sacerdoti e diaconi, con la presenza del sindaco. Non lo dimenticherò mai. Ricordavamo Vittorio, Franco e Adriana. Erano presenti anche alcuni volontari, pronti a riprendere il lavoro di sfangamento, come tante altre migliaia di persone accorse a dare una mano.
Abbiamo celebrato una messa che parlava di suffragio, di solidarietà e di speranza. E ora siamo ancora qui, uniti e insieme, per la posa della prima pietra delle nuove opere parrocchiali, a cominciare proprio dalla chiesa.
In poche settimane, tutto è cambiato. Se siamo qui è perché non vogliamo che prevalgano la distruzione e lo scoraggiamento, ma vincano la ricostruzione e la speranza.

Ci vuole fede per fare una chiesa oggi, fede nella Parola di Dio. In chiesa, un popolo si ritroverà ad ascoltare la Parola e a crescere nelle relazioni fraterne e solidali. Non possiamo vivere senza la Parola di Dio e senza l’Eucaristia. Siamo convinti che nella chiesa di mattoni e cemento si costruisca la chiesa di pietre vive.

Ci sono due movimenti che descrivono una chiesa viva: la gente che si avvicina ed entra in chiesa e il popolo che esce cantando dalla stessa chiesa per andare nel mondo ad annunciare il Cristo risorto. Di tanti singoli, diventiamo un popolo solo. Entriamo in chiesa per ricevere il seme della Parola e ne usciamo per seminare quello che abbiamo ricevuto. Gesù nel vangelo ci ammonisce perché quello che facciamo, la carità, la preghiera e il digiuno, siano vissuti tenendo conto dello sguardo di Dio e non del giudizio degli uomini. Né di chi critica né di chi ci approva. Quello che conta è il giudizio di Dio.

Oggi è anche la festa di San Paolo VI, giorno anniversario della sua elezione a Papa (60 anni fa, esatti).
Il tempo del Concilio è stato una stagione di semina. Alcuni frutti li abbiamo raccolti, ma tanto resta ancora da fare. Mentre invochiamo la benedizione del Signore sulla prima pietra, su questa nuova costruzione e su tutta la comunità, siamo consapevoli che il Signore ci affida una grande responsabilità: togliere il fango del nostro individualismo e costruire una nuova fraternità. Con l’aiuto di Dio e il contribuito di tutti, questo è possibile!

Per fare una chiesa ci vuole tanta solidarietà. Oggi è la festa di san Luigi, un giovane che nell’emergenza di una pandemia si è buttato e speso con dedizione ad assistere i malati fino a dare la sua vita per loro. Fin da piccolo ha coltivato la fede nel Signore che lo ha incoraggiato a donarsi agli altri. È un campione di solidarietà.
E di solidarietà, in questi giorni lo abbiamo provato, ne abbiamo bisogno. Da soli non ce la facciamo. La comunità dei Romiti da anni coltivava questo sogno. Oggi, quando il tempo sembra più difficile e impossibile, è giunto il tempo che si realizzi questo sogno, con l’aiuto della solidarietà della Chiesa italiana attingendo al fondo previsto per l’edilizia di culto e con la generosità degli stessi parrocchiani dei Romiti e il sostegno della Diocesi.
L’aiuto per la realizzazione della chiesa non toglie nulla alla solidarietà che tutta la chiesa e tantissimi cittadini hanno manifestato anche attraverso donazioni alla Caritas. A questo proposito, desidero anticipare una iniziativa Caritas: da martedì prossimo la Caritas diocesana supporterà il Centro di ascolto della Parrocchia dei Romiti per approfondire, ascoltare e rispondere ai bisogni con gli aiuti ricevuti per le famiglie alluvionate.

In questo momento costruire qui una chiesa, su un terreno che non ha subito inondazione, è una scommessa sul futuro di questo quartiere: la comunità cristiana scommette sul futuro dei Romiti.
E si impegna a fare da sentinella perché vengono realizzate le opere necessarie perché il disastro non si ripeta più. Perché non si sia costretti a lasciare questo luogo per andare altrove a vivere sicuri.
Insieme alla chiesa si costruirà anche il centro parrocchiale? Ce lo auguriamo. Ma anche in questo caso ci vogliono fede, tanta solidarietà e speranza nel futuro.

Oggi è anche il mio anniversario di ordinazione: ringrazio il Signore che mi ha chiamato a servire il Regno di Dio e lo ringrazio per aver incontrato tante persone che mi hanno sostenuto e incoraggiato anche qui e in questi giorni. So di aver ricevuto tanto e benedico il Signore. Mi sembra davvero bella l’espressione di san Paolo: Dio ama chi dona con gioia.
Fare bene il bene e farlo volentieri è la missione che il Signore affida ad ognuno di noi.
La chiesa è casa e scuola di comunione, di amore e di responsabilità. Per il bene di tutta la società.