Omelia nella terza domenica di Avvento festa di Santa Lucia 2020

12/12/2020

Venne un uomo, mandato da Dio, il suo nome era Giovanni, venne per rendere testimonianza alla luce.

Non era lui la luce, doveva dare testimonianza alla luce. E la luce era Cristo, era Lui la luce del mondo...

I farisei gli chiedono: “Tu chi sei?”. E lui risponde, “Io non sono il Cristo”. Tutta la sua vita è orientata a preparare la venuta del Signore fra gli uomini.

Giovanni è il “testimone-il martire” della luce, che avvisa l'avvicinarsi di Dio che illumina il mondo.

Giovanni Battista è stato capace di non mettere il proprio io al centro, ma di mettere Lui, Gesù, al centro della propria vita e delle proprie attese. È decentrato.

Con Giovanni Battista, oggi, la Chiesa ricorda Santa Lucia. Giovane ragazza siciliana, che nel 304 subì il martirio, testimoniando l’amore verso Dio a prezzo della sua vita.

Aveva trovato la luce della sua vita, e non voleva lasciarla. Cercavano in tutti i modi di dissuaderla da questo proposito. Ma lei, con coraggio, è rimasta fedele. Era innamorata di Gesù, e vedeva la sua felicità nel dare la vita come lui, amando come lui.

Santa Lucia, la protettrice degli occhi. Anche lei è stata una martire della luce. Invochiamo da lei uno sguardo d’amore gli uni verso gli altri, perché ci accorgiamo degli altri. Ad ogni credente è affidata la stessa profezia del Battista, da testimoniare come Santa Lucia: testimoniare che la luce è in mezzo a noi.

Anche a noi, oggi, è richiesto, di testimoniare la luce, il bene, l’amore che illumina la nostra vita. Testimoniare soprattutto in questi giorni, per non lasciare che sia la malattia pandemica a vincere.

Cosa vuol dire essere testimoni della luce?

Scoprire e incentivare il bene! Accorgerci del bene che c’è ed essere protagonisti di luce.

Le luci delle strade, degli alberi di Natale, il lumino che accendiamo accanto alla grotta del presepe che abbiamo fatto in casa: sono dei segnali di luce, per essere noi stessi portatori di luce.

Per i credenti vuol dire indicare al mondo Cristo, la luce cammina in mezzo a noi.

Giovanni Battista diceva: in mezzo a voi sta uno che voi non conoscete. Possiamo dire, dopo 2000 anni, che abbiamo riconosciuto Gesù in mezzo a noi?

In ogni caso, quali sono i segni della sua presenza, al di là delle luci che illuminano le nostre strade e le nostre città?

Questa è la terza domenica di Avvento, detta “domenica della gioia”, domenica Gaudete: la liturgia ci invita a cogliere lo spirito che caratterizza l’incontro con il Signore, la gioia.

San Paolo ci invita alla gioia ma aggiunge altri due atteggiamenti: la gioia, la fraternità e la gratitudine.

Fratelli, siate sempre lieti, pregate ininterrottamente, in ogni cosa rendete grazie: questa infatti è volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi.

Anche i regali che ci scambiamo in questi giorni, anche i piccoli doni hanno lo scopo di suscitare gioia.

Il vero dono è la gioia di chi li fa e di chi li riceve.

Voglio qui accennare anche ad una iniziativa che sta coinvolgendo tanti, in questi giorni: il dono, “le scatole di Natale” un pacco contenente cose golose, utili e gentili. Chi vi aderisce, mette in una scatola 5 cose: una cosa calda (ad esempio guanti, sciarpa, cappellino e calzini), una cosa golosa, un passatempo (come un libro, rivista e sudoku), un prodotto di bellezza (crema, bagno schiuma, profumo) e un biglietto gentile di auguri. La Caritas si incarica di portare queste scatole nelle famiglie che non ricevono regali.

Mi piace sottolineare questa iniziativa, perché ci ricorda Santa Lucia (è tradizione già in questa festa fare dei regali) e la volontà di portare gioia, con amore e concretezza.

I doni ci ricordano il grande vero dono che ci ha fatto il Signore Dio, che ci ha donato suo Figlio Gesù, nella speranza che Egli tornerà per stare sempre insieme con noi.

San Paolo poi, come secondo atteggiamento, ci invita a pregare ininterrottamente. Una preghiera fatta non di preghiere continue ma di intimità con Dio, di amore che dura per sempre nello stare con Lui. Sarebbe triste un Natale se fosse fatto solo di cose, e non accogliessimo Gesù nella nostra vita. Sarebbe vuoto. Come andare ad una festa di compleanno senza fare gli auguri a chi compie gli anni.

E sarà triste questo Natale - terzo atteggiamento - se non sapremo dire grazie al Signore e alle persone che ci amano e stanno con noi o che sappiamo essere da sole.

Il cristiano è l’uomo del grazie. Cogliamo queste feste per rinnovare il nostro grazie, al Signore, e anche a chi ci sta intorno.

Anzi, come ci dice San Paolo, in un continuo rendimento di grazie. Vogliamo smentire la sensazione diffusa che risuona nei nostri cuori: “Quest’anno sarà un Natale triste”.

È vero, ci saranno sedie vuote, nelle nostre case.

Certo sarà un Natale diverso, ma non dovrà essere un Natale triste. Le condizioni di vita dei pastori che ricevono l’annuncio degli angeli erano molto difficili. Non avevano il virus, ma umanamente nelle loro condizioni non era da stare allegri. L’annuncio della nascita di Gesù lo sentiamo ancora più vero quest’anno: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore”.

Vi invito ad accogliere l’annuncio degli angeli, con gli atteggiamenti suggeriti da San Paolo, testimoniando la luce sull’esempio di San Giovanni e di Santa Lucia, nell’accogliere con gioia il Signore che viene con gesti di carità, nella preghiera per una gioia che duri per sempre.

Dopo aver proposto il presepe in ogni casa, come segno di speranza, concludo con una proposta. Quest’anno la pandemia non consente l’arrivo e la consegna della luce di Betlemme nelle comunità parrocchiali. Quello della luce è però un segno importante e da custodire. Pertanto sarebbe bello poter conservare il gesto di accendere in famiglia un lume da esporre sulla finestra di casa la sera della vigilia: accendiamo la luce di Natale.

Suoneremo le campane al momento del “Gloria” durante le sante messe. Come sempre, a qualsiasi ora si celebri. Rispondiamo accendendo una candela in ogni finestra e accompagnando questo gesto con un piccolo momento di preghiera in famiglia. Dopo le 22 ci sarà il silenzio, ma il lume dei testimoni della luce e della speranza brillerà nelle nostre case.

Annunciamo con gioia la luce che viene! Anche quest’anno, soprattutto quest’anno.