La liturgia della Parola della grande veglia pasquale è per i cristiani esemplare. È la madre di tutte le veglie, di tutte le celebrazioni. È la sorgente della nostra fede. C'è la luce, c'è la Parola di Dio, c'è il Battesimo, l'Eucaristia. Dalle letture della notte di Pasqua ogni altra proclamazione della Parola nelle celebrazioni liturgiche trae senso e ispirazione.
Nella veglia accanto all'ambone, luogo della proclamazione della Parola, splende il cero pasquale, alla luce del quale la Chiesa ha letto le Scritture sante in questa celebrazione, ma anche per tutto il tempo di Pasqua fino al "compimento" della Pentecoste.
Anche per questo consigliamo di accendere una candela in casa. Le candele ci ricordano il cero pasquale e la candela del nostro battesimo, che era stata accesa al cero pasquale.
Ci ricordano quei ceri pasquali che non sono stati accesi, accanto alle tante bare dei nostri fratelli e sorelle defunti a causa di questa epidemia, ma che sono stati consegnati direttamente al camposanto. Arriverà il momento di accendere il cero anche per loro. Per ricordarci della chiamata alla vita eterna, della vittoria di Cristo sulla morte.
Il cero pasquale ci ricorda che la loro vita non è finita, che la nostra vita è in attesa di un passaggio da questo mondo al Regno dei cieli.
La luce del cero illumina le Scrittura. Se siete qui ad ascoltarmi, vuol dire che comprendete quanto sono importanti le Scritture. E in questi giorni, esse non sono mai state assenti nelle case dei credenti. Una pagina del vangelo è sempre stata aperta. Fosse solo pregando il Padre Nostro, sintesi del Vangelo, o l'Ave Maria, dove troviamo le parole dell'angelo che dava inizio alla storia di salvezza con l'umanità.
Senza le Scritture non possiamo vivere. L'ignoranza delle Scritture è ignoranza Cristo (San Girolamo). Questa pandemia che ci ha ristretto in casa, lontano dai riti comunitari, ci ha fatto riscoprire l'importanza della Parola di Dio.
La luce del Cero illumina le nostre notti. Questa notte, alla luce di Cristo, abbiamo letto le Scritture, a partire dalla creazione fino all'annuncio del dono di un cuore nuovo da parte di Ezechiele profeta ed alla narrazione della scoperta della tomba vuota nel brano evangelico. È un lungo cammino, il cammino della storia, il pellegrinaggio delle "quattro notti": la notte della creazione, la notte di Abramo, la notte della liberazione, la notte della risurrezione letta alla luce della Pasqua di Israele e di Gesù.
Potremmo metterci anche una quinta notte, la nostra. E fare nostre le parole di Isaia: sentinella quanto resta della notte? Quanto manca perché finisca questa notte? Anche la nostra notte attende la luce della Pasqua, quest'anno più desiderata che mai! Questo cammino non si volge solo al passato, ma si. inserisce anche nell' oggi della Chiesa e dell'umanità, che vede realizzarsi nel presente della celebrazione ciò di cui fa memoria e ciò che attende. Ci avevano fatto illudere per un momento che la Pasqua avrebbe coinciso con la liberazione dall'isolamento nel quale siamo stati confinati. E, invece, l'isolamento continua... la notte è ancora lunga... dobbiamo coltivare la virtù della pazienza (non è forse la virtù dei malati? E noi siamo tutti ammalati, siamo tutti in cura). Ma, se l'isolamento continua, la Pasqua di Cristo è già arrivata. La speranza è già sbocciata.
Voglio concludere ricordando un fatto singolare della fede cristiana. Questa notte custodisce un segreto che nessuno conosce. Mentre sappiamo il giorno e l'ora della morte di Cristo, e con essi il mese e l'anno, dal momento che la morte in croce è avvenuta sotto gli occhi di tutti, e registrata anche nelle cronache di allora... (non è un romanzo!), nessuno dei Vangeli tuttavia ci narra l'evento della risurrezione di Gesù. Il centro della nostra fede non è stato descritto da nessuno. Da nessuno è stato visto. Solo dopo, dopo il fatto della risurrezione, Cristo è stato riconosciuto. La speranza è già rinata, la vittoria sulla morte è avvenuta, prima o poi ne diventeremo anche noi i testimoni oculari... “Non abbiate paura io sono con voi. Io sono la Risurrezione e la vita, chi crede in me non morirà in eterno”