Messa a porte chiuse, in Cattedrale, per l'inizio della Quaresima. Sospese tutte le celebrazioni nelle chiese il Vescovo ha presieduto in Duomo il rito delle ceneri. Concelebravano con mons. Corazza il vicario generale, mons. Pietro Fabbri, quello emerito, mons. Dino Zattini, i sacerdoti del centro storico il cui coro ha animato la messa conclusa con l’inno e la preghiera alla Madonna del Fuoco proposta dal Vescovo per questo giorno: “O Maria, madre del fuoco dell'amore, ci rivolgiamo a te: veglia su di noi e sui nostri cari; intercedi per i malati e per chi li assiste; aiutaci ad affrontare questa prova in spirito di fraternità, così che, con l'aiuto di Dio, possiamo superarla insieme”.
Cari fratelli e sorelle,
fino a pochi giorni fa mai avrei immaginato di celebrare la messa delle ceneri in un Duomo a porte chiuse per ottemperare alle richieste delle autorità governative e regionali di non consentire eventi di massa.
Ciò, tuttavia, non significa cancellare oggi il grande evento dell’inizio della Quaresima, pur vivendolo in un modo diverso e insolito; resta comunque sempre un periodo di quaranta giorni di liberazione dalle nostre schiavitù, un periodo nel quale intensificare le tre proposte evangeliche del digiuno, della preghiera, dell’elemosina.
Un periodo che darà pienamente i suoi frutti solo se riconosciamo che tutti abbiamo bisogno di conversione quaresimale, perché tutti siamo schiavi di qualcosa, prigionieri di catene invisibili… un periodo che darà frutti buoni se comprendiamo che è necessario cambiare qualcosa nella nostra vita, se accettiamo di entrare nel deserto, se riconosciamo il bisogno di esplorare il deserto dell’anima.
Un deserto che è fatto di silenzio, di pulizia dalle dissipazioni (come le chiamava Annalena) assumendo la nostra vita e decidendo che è possibile cambiare. Se non ci crediamo e ci accontentiamo dei fioretti infantili, la Quaresima sarà inutile. E se sarà inutile la Quaresima, sarà inutile anche la Pasqua. Senza Quaresima, non ci sarà Pasqua.
1.Non dimentichiamo che oggi questo sacrificio di una celebrazione a porte chiuse è stato fatto a fin di bene. Per salvare la vita delle persone, con una iniziativa di prevenzione senza precedenti che impedisca il propagarsi del virus.
Quello che stiamo vivendo è già un applicare il digiuno. Digiuno dalle nostre abitudini e stili di vita, per salvaguardare la nostra vita e quella di chi abbiamo accanto.
In questo periodo, tuttavia, potremmo anche impegnarci in un altro tipo di digiuno. Credo che uno degli strumenti più innovativi, che hanno cambiato la nostra vita, siano stati i nuovi mezzi di comunicazione. Cellulari e oggetti simili ci rendono più liberi, ma anche più schiavi. La proposta è semplice. A pranzo e a cena e a letto, mettiamo i cellulari in un cassetto. Proviamoci, potremmo avere delle belle sorprese nel riscoprire una relazione personale con i nostri familiari e i nostri amici.
2. Le ceneri sono sempre state momenti particolarmente cari e vissuti dai cristiani da secoli. Con grande partecipazione. La decisione di celebrare la messa così oggi, potete crederlo, mi è costata moltissimo. Abbiamo dedicato tutto l’anno a incoraggiare i fedeli alla partecipazione alla santa messa e mi ritrovo adesso in questa circostanza a vietare la partecipazione alla stragrande maggioranza dei fedeli: è davvero singolare quello che mi è capitato.
Ma, andando oltre al rammarico e alla sofferenza, mi chiedo: cosa ci sta dicendo il Signore?
Innanzitutto viene messo alla prova il desiderio di partecipare alla messa, di ricevere la comunione, di iniziare con il rito delle ceneri. Il digiuno eucaristico ci può aiutare ad accorgerci del desiderio della celebrazione eucaristica. Il desiderio di andare a messa viene prima e accompagna la nostra partecipazione. È il nostro modo per vivere la preghiera.
Non c’è vera preghiera senza desiderio.
E poi la nostra preghiera dovrebbe essere fatta meno di formule e parole e fatta invece più di Parola. Leggiamo il vangelo della messa di ogni giorno e, quando sarà di nuovo possibile, incontriamoci durante la settimana per leggere, meditare e condividere il vangelo della domenica. La messa sarà così più consapevole e bella.
3. Per terzo, vorrei mettere in guardia dal rischio della lamentela, della rabbia, della protesta, come stanno facendo in tanti. Ma noi cristiani dobbiamo andare al di là e al di dentro di quello che ci capita. Leggere con gli occhi di Dio le vicende della nostra vita.
Ci sono alcuni che, pensando di fargli un favore, scommettono che tutto questo sia un castigo di Dio. Dimenticando, come ci ha detto il vangelo di domenica scorsa, che Dio ci invita ad amare i nostri nemici; sarebbe davvero incoerente se Lui si dimostrasse vendicativo nei confronti di coloro che lo offendono, o verso coloro che praticano una morale distante dalla Parola del Signore. Dio non è così Egli è un Padre e ama i suoi figli.
Donare il nostro tempo è il nostro modo di vivere l’elemosina.
È davvero una quaresima tutta speciale, quella di quest’anno. Potrebbe diventare un’occasione perduta oppure potrebbe diventare una risorsa per la nostra fede, per purificare la nostra fede, per aumentare il nostro desiderio di partecipare alla messa e di coltivare la partecipazione alla vita della comunità. Il Signore sa trarre il bene anche da un male.
Vorrei concludere con la lettera ai Romani (Rm 8, 35-39), che è un inno di fiducia in Dio: Chi ci separerà dall'amore di Cristo? Sarà forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? Ma, in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati. Infatti sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, né potenze, né altezza, né profondità, né alcun'altra creatura potranno separarci dall'amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore.
Non sarà un virus ad allontanarci dall’amore di Cristo, né ordinanze o polemiche superficiali, anzi, le prove che dovrò affrontare mi aiuteranno ad essere più forte nella fede e nell’amore.