Madonna del Fuoco - 46a GIORNATA DELLA VITA - 4 febbraio 2024
La forza della vita ci sorprende. “Quale vantaggio c’è che l’uomo guadagni il mondo intero e perda la sua vita?”
“Il roveto arde ma non brucia”. Un fuoco distrugge e un amore ricostruisce.
Fratelli e sorelle, la festa della Madonna del fuoco e la giornata della vita quest’anno coincidono. La nostra festa fin dall’inizio non è mai stata solo festa della Madonna. La Madonna non dimentica mai i suoi figli. Maria non è mai da sola, neanche sotto la croce!
Maria ci ricorda l’amore di Dio per noi, per la vita di ogni uomo dal più piccolo al più anziano, dal giovane al malato, tutti sono per Dio suoi figli e noi tutti siamo fratelli.
Quindi ogni festa della Madonna è festa della vita. Perché ogni madre è un inno alla vita. E la Madre di Dio lo è ancora di più perché è Madre dell’autore della vita.
È davvero una coincidenza straordinariamente eloquente la festa della Madonna del Fuoco. Nello stesso giorno, mentre volgiamo lo sguardo a Maria nel quadro salvato quasi 600 anni fa, celebriamo la 46 giornata per la vita e anche la quinta Giornata mondiale della Fratellanza universale, celebrando un famoso incontro fra papa Francesco e il Grande Imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyib, ad Abu Dhabi nel 2020 dove hanno firmato il Documento della fratellanza umana.
Ma andiamo con ordine. Iniziamo dalla Parola del Signore. Tutto viene illuminato dalla Parola del Signore.
Il libro dell’Esodo ci racconta il momento dell’incontro personale di Mosè con Dio. Il grande Mosè, prima di essere inviato da Dio a salvare e liberare il popolo d’Israele, incontra Dio sul monte Oreb, il monte Sinai.
Dio prende l’iniziativa per liberare il suo popolo dalla schiavitù d’Egitto dopo aver ascoltato le grida del suo popolo.
Nessuno ha mai visto Dio, ma Egli si manifesta attraverso segni e persone. In questo caso si rivela in uno dei segni più significativi: il fuoco. L’angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco in mezzo al roveto: il roveto ardeva ma non si consumava.
Il roveto arde ma non brucia, non distrugge.
Un prodigio. I segni vanno interpretati. E per capire il segno del fuoco arriva la Parola del Signore che inizia chiamandolo per nome: “Mosè, Mosè!” Ed egli rispose: “eccomi”. Riprese: non avvicinarti! Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è una terra santa.
Come Mosè anche noi quest’oggi siamo venuti per incontrare Dio nel segno della Madonna del Fuoco. Per comprendere quello che ci sta succedendo abbiamo bisogno dalla Parola del Signore. Non basta una lettura umana. Neanche di uno storico.
Noi vediamo che Dio ha parlato e continua ancora oggi a parlare attraverso la Parola del Signore, che è più importante del segno del fuoco.
Nel Vangelo Gesù reagisce ad un altro segno distruttivo, la morte con il dono della vita.
Nel momento della morte in croce Gesù, non solo non inveisce contro coloro che lo stanno uccidendo, o contro i suoi amici che sono scappati, ma affida a Maria, sua e nostra Madre e a tutti noi con queste parole: “Donna, Ecco tuo Figlio”. E a Giovanni affida Maria per custodirla ed accoglierla come Madre della Chiesa dopo essere stata sua Madre: “Ecco tua Madre”.
Il suo è un gesto d’amore. La Madre è generatrice di vita. Nel momento della morte, getta un seme di vita nel cuore di ogni uomo.
A proposito di san Giovanni, nella seconda lettura, egli ci offre la chiave per capire il senso delle sue parole e della sua vita: l’amore.
Per una quindicina di volte egli ci ricorda quanto siamo stati amati e quanto è importante per noi lasciarci amare ed amare: amiamoci gli uni gli altri perché l’amore viene da Dio. Dio è amore. Le parole più importanti di tutta la Bibbia. L’amore è il seme che all’origine della vita e dà senso ad ogni vita.
Come dicevo, domani la chiesa italiana ricorda per la 46 esima volta la necessità di pregare il Dio della vita perché custodiamo e salviamo la vita. La vita di tutti.
Ogni vita umana è espressione dell’amore di Dio.
Leggo solo un paragrafo del messaggio dei vescovi:
Nella Giornata per la vita salga dunque, da parte di tutte le donne e gli uomini, un forte appello all’impossibilità morale e razionale di negare il valore della vita, ogni vita. Non ne siamo padroni né possiamo mai diventarlo; non è ragionevole e non è giusto, in nessuna occasione e con nessuna motivazione.
Il rispetto della vita non va ridotto a una questione confessionale, poiché una civiltà autenticamente umana esige che si guardi ad ogni vita con rispetto e la si accolga con l’impegno a farla fiorire in tutte le sue potenzialità, intervenendo con opportuni sostegni per rimuovere ostacoli economici o sociali. Papa Francesco ricorda che «il grado di progresso di una civiltà si misura dalla capacità di custodire la vita, soprattutto nelle sue fasi più fragili» (Discorso all’associazione Scienza & Vita, 30 maggio 2015).
La drammatica crisi demografica attuale dovrebbe costituire uno sprone a tutelare la vita nascente.
Vi invito a leggerlo. Non è un messaggio per giudicare ma per gioire del miracolo della vita.
Anche la giornata mondiale della Fraternità universale avvalora e conferma il valore della vita. Ogni vita umana da concepimento alla fine è vita di un fratello e di una sorella.
Guardiamo Maria ha in braccio Gesù bambino ed è circondata da santi. In altro ancora lei nell’Annunciazione e nella Crocifissione del Figlio.
Maria non è da sola. Maria, è nostra Madre e ci raccomanda di accoglierci ogni giorno da fratelli e sorelle. Custodendo in modo speciale i più piccoli e indifesi: essi sono i suoi figli preferiti
Un seme di amore e di vita anche per noi è stata l’immagine salvata dal fuoco.
Ci sentiamo tutti un po’ salvati. Sommersi e salvati.
Ringraziamo il Signore per Maria che è con noi.
Ringraziamo il Signore per coloro che si sono presi cura ed hanno custodito il quadretto di Maria.
Ringraziamo il Signore, ancora di più per tutti coloro che accolgono e custodiscono la vita umana come dono prezioso di Dio. E sanno sacrificare la loro vita per gli altri. È un paradosso, donare la vita, sacrificarla per salvare la vita, ogni vita.
Ma ritorniamo alla xilografia rappresentante la Madonna col Bambino e Santi che era inchiodata su un asse e appesa al muro della scuola dove insegnava il maestro Lombardino Brusi da Ripetrosa.
Guardiamo Maria ha in braccio Gesù bambino ed è circondata da santi. In altro ancora lei nell’Annunciazione e nella Crocifissione del Figlio.
Maria non è sola. Maria, è nostra Madre e ci raccomanda di accoglierci ogni giorno da fratelli e sorelle. Custodendo in modo speciale i più piccoli e indifesi: essi sono i suoi figli preferiti.
Come Mosè cerchiamo e troviamo il segno della presenza di Dio in mezzo a noi in un fuoco che ha bruciato ma non ha consumato, 600 anni fa una semplice xilografia, un foglio di carta dipinto e delicatissimo che in mezzo all’incendio non bruciava. Questo è un fatto. Il quadro è qui. Nessuno lo nega. Ma il vero miracolo è che dopo 600 anni nel segno del fuoco la Madonna ci rassicura che Dio continua ancora oggi a non lasciarci soli, ma continua ad accompagnarci e ad amarci.
Ancora, dopo 600 anni, pensando alla Madonna del Fuoco non pensiamo solo a un fuoco che ha distrutto una scuola, ma a un fuoco che buono che è il fuoco dell’amore di Dio che alimenta la nostra capacità di amare.
Il fuoco dell’amore ci ha aiutato anche in questi anni.
Come durante il tempo della pandemia, anche durante l’alluvione eravamo sperduti e smarriti, ma ci siamo sentiti abbandonati. Lo Spirito santo ci ha aiutato a dare il meglio di noi stessi. Eravamo tutti nella stessa barca e ci siamo dati una mano e sono venuti in tanti a darci una mano.
Nella seconda lettura san Giovanni ripete per una quindicina di volte, in poche righe il verbo amare.
Sembra una esagerazione. Ma è così.
Di questo spirito di fraternità dobbiamo ringraziare il Signore. Lo abbiamo dimenticato quasi subito?
Ma lei ce lo ricorda sempre.
Ce lo ricorda anche difronte alla vita.
Sempre domani la chiesa italiana ricorda per la 46 esima volta la necessità di pregare il Dio della vita perché custodiamo e salviamo la vita. La vita di tutti.
Ogni vita umana è espressione dell’amore di Dio.
Leggo solo un paragrafo del messaggio dei vescovi:
Nella Giornata per la vita salga dunque, da parte di tutte le donne e gli uomini, un forte appello all’impossibilità morale e razionale di negare il valore della vita, ogni vita. Non ne siamo padroni né possiamo mai diventarlo; non è ragionevole e non è giusto, in nessuna occasione e con nessuna motivazione.
Il rispetto della vita non va ridotto a una questione confessionale, poiché una civiltà autenticamente umana esige che si guardi ad ogni vita con rispetto e la si accolga con l’impegno a farla fiorire in tutte le sue potenzialità, intervenendo con opportuni sostegni per rimuovere ostacoli economici o sociali. Papa Francesco ricorda che «il grado di progresso di una civiltà si misura dalla capacità di custodire la vita, soprattutto nelle sue fasi più fragili» (Discorso all’associazione Scienza & Vita, 30 maggio 2015). La drammatica crisi demografica attuale dovrebbe costituire uno sprone a tutelare la vita nascente.
Vi invito a leggerlo. Non è un messaggio per giudicare ma per gioire del miracolo della vita.
Anche la giornata mondiale della Fraternità universale avvalora e conferma il valore della vita. Ogni vita umana da concepimento alla fine è vita di un fratello e di una sorella.