16 maggio 2004: 1° anniversario dell'alluvione

02/05/2024

MESSAGGIO DI PAPA FRANCESCO


Al caro Fratello Mons. Livio CORAZZAVescovo di Forlì-Bertinoro

Sono spiritualmente presente alla Celebrazione Eucaristicain ricordo delle vittime dell’alluvione che un anno fa ha devastatocodesto territorio e diverse località dell’Emilia Romagna.Rivolgo un saluto a Lei, ai sacerdoti e alle persone consacrate,come pure alle Autorità civili e militari, e a tutti coloroche prendono parte a un così significativo evento evocativo.

Rinnovo il mio apprezzamento alle istituzioni, alle forzedell’ordine, ai militari, alla protezione civile e ai cittadini chesi sono adoperati per corrispondere prontamente alle necessitàdella popolazione. Penso con ammirazione ai numerosivolontari che si sono posti al servizio di quanti si trovavano inuna situazione difficile e precaria.

Fate tesoro di questa garadi generosità e di solidarietà, che ha lasciato un segno positivonella memoria collettiva e nel tessuto sociale, favorendorapporti fraterni.Auspico che il ricordo di tale sciagura susciti la dovuta attenzioneal cambiamento climatico, richiamando tutti allacorresponsabilità nella salvaguardia e nella cura del pianeta,nostra casa comune.

Vi incoraggio a guardare al futuro con speranza e, mentre viaffido all’intercessione della Vergine Maria, di cuore invio lamia Benedizione, con un pensiero di speciale affetto per i familiaridi quanti hanno, purtroppo, perso la vita.

Fraternamente

Roma, San Giovanni in Laterano, 13 maggio 2024


OMELIA DEL VESCOVO S.E. MONS. LIVIO CORAZZA

NELLA MESSA DEL 16 MAGGIO 2024

PER IL 1° ANNIVERSARIO DELL'ALLUVIONE


“Egli ci consola in ogni nostra tribolazione, perché possiamo consolare quelli che si trovano in ogni genere di afflizione con la consolazione con cui noi stessi siamo stati consolati” (2Cor 1,4) 

Siamo stati tutti messi alla prova, negli scorsi mesi, negli anni scorsi. Ma abbiamo sperimentato la presenza consolante degli altri. E, negli altri, è stato Dio stesso a consolarci: Egli ci consola!Come abbondano le sofferenze di Cristo in noi, così, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione.Siamo stati provati, ma dobbiamo dire che siamo stati aiutati. Ci siamo aiutati a vicenda. Le gesta dei singoli, degli uomini e delle donne delle Istituzioni, delle migliaia di volontari, sono state la nostra consolazione.

Sappiamo che ancora tanto c’è da fare, soprattutto per alcuni, ma la prima immagine che mi viene da ricordare a me e a voi è la forza della fraternità che si è manifestata fra sconosciuti, rivelando la profonda e unica relazione fraterna fra di noi.Nel Vangelo abbiamo riascoltato il sogno di Gesù. Sono parole pronunciate a poche ore dalla tragedia della crocifissione. Non sono parole amare di rabbia o di vendetta. Sono parole di amore verso i suoi discepoli e verso tutti: “Ti prego perché tutti siano una cosa sola”.Cari fratelli e sorelle, fossero arrivati anche tutti i ristori, ma noi fossimo disuniti, a che giova? È come se una coppia, dopo aver costruito e arredato la casa con tanti sacrifici, rompesse il legame. A cosa sarebbero serviti tutti gli sforzi e le fatiche? Il ristoro più importante è l’unità fra di noi.

Il compito delle guide, siano esse guide spirituali, politiche o culturali, è perseguire il bene comune, di unire la comunità. Unirla nella verità e nella giustizia. Nel rispetto e nella libertà. Nella franchezza e nella critica, senza mai perdere di vista il bene supremo della coesione sociale, della fraternità. Tutti insieme questi valori alimentiamo la speranza per il futuro.

Papa Francesco mi ha scritto in questi giorni. Glielo avevo chiesto a marzo. Quando si pensava di celebrare una santa messa ricordando i nostri morti, innanzitutto, Vittorio Tozzi, Adriana Mazzoli e Franco Prati.Papa Francesco – questo gli avevo domandato – aiutaci a leggere il momento che stiamo vivendo e la tragedia che ci ha colpito. E lui, amabilmente, mi ha scritto.
Vi leggo ora le sue parole (lettura del messaggio del Papa).

Fate tesoro di questa gara di generosità e solidarietà.Auspico la dovuta attenzione al cambiamento climatico, richiamando tutti alla corresponsabilità nella salvaguardia e nella cura del pianeta, nostra casa comune. Guardate al futuro con speranza. 

Queste parole cercheremo di farle nostre, nel nostro agire quotidiano. UNITI.




Comunicato stampa del 15 maggio 2024


Giovedì 16 maggio la messa in occasione del primo anniversario dell’alluvione sarà celebrata in Cattedrale e non piazza Saffi


Giovedì 16 maggio la messa, presieduta dal Vescovo, mons. Livio Corazza, in occasione del primo anniversario dell’alluvione, sarà celebrata alle 18 in Cattedrale, e non in piazza Saffi come annunciato in un primo tempo.
La messa sarà trasmessa in diretta su Teleromagna con anteprima dalle 17.30.
“Viste le polemiche, insieme con mons. Vescovo - afferma il vicario generale, don Enrico Casadei - non riteniamo ci siano le condizioni per celebrare in piazza una messa che voleva essere un momento di comunione, di solidarietà e di ricordo delle vittime dell’alluvione, Vittorio Tozzi, Adriana Mazzoli e Franco Prati. Ringraziamo tutti coloro che avevano capito lo spirito dell’iniziativa. Se Dio vuole torneremo in piazza giovedì 30 maggio per la celebrazione del Corpus Domini”.



MESSAGGIO DEL VESCOVO IN OCCASIONE DEL 1° ANNIVERSARIO DELL'ALLUVIONE
16 maggio 2023-16 maggio 2024

A tutti i fedeli, ai sacerdoti e ai religiosi e religiose di Forlì e della diocesi tutta

Ritroviamoci uniti per ricordare, imparare, pregare e ringraziare.

Carissimi fedeli, martedì 30 aprile ci siamo ritrovati numerosi presso la ditta Bagioni, per celebrare una Veglia di preghiera per il lavoro, alla vigilia del primo maggio. Ricordando le tante aziende travolte e sconvolte dal fango ma che si stanno riprendendo con rinnovato slancio.

Martedì 14 maggio, alle ore 18.30, nel salone del Vescovado, la Caritas diocesana presentando il “XV rapporto su povertà e risorse”, alla presenza di don Marco Pagniello Direttore di Caritas italiana, illustrerà le risposte della Chiesa anche nel dopo alluvione.

Vi invito a partecipare alle manifestazioni che si terranno a Forlì giovedì 16 maggio a ricordo dei drammatici eventi dei giorni dell’alluvione del 2023:

- Alle ore 17.00, promosso dal comune e dai quartieri, si terrà, presso la Porta Schiavonia, l’inaugurazione del monumento dedicato alla memoria della disastrosa alluvione del maggio 2023.

- Alle ore 18.00, presiederò la santa messa in piazza Saffi. La celebrazione sarà animata in particolare dalle parrocchie dei Romiti, di san Benedetto e dalle associazioni Agesci, Azione Cattolica e dal Movimento di Comunione e Liberazione. 
Ricorderemo i nostri morti: Vittorio Tozzi e i coniugi Franco Prati e Adriana Mazzoli. Pregheremo e manifesteremo la nostra solidarietà verso per le famiglie e le aziende che sono state colpite e che sono ancora in difficoltà. Ma sarà anche l’occasione per dire grazie ai tanti benefattori che si sono resi protagonisti nel soccorso immediato e ci sono rimasti accanto anche dopo. In quei giorni drammatici, c’era da piangere per quello che era capitato ma ci hanno commosso le tante persone che ci sono state vicine, a partire dai giovani! Vogliamo dire a tutti la nostra riconoscenza e gratitudine!

- Verso le ore 19.00, sempre in piazza Saffi, dopo la messa, omaggio in Musica a cura delle Scuole di Musica forlivesi.

Vi invito a partecipare e a promuovere la più ampia partecipazione.
+ Livio Corazza


Allego un mio commento personale che trovate pubblicato sul sito e in parte su Il Momento

DIO, DOVE SEI?

Il mese di maggio, come sempre, ci scalda il cuore con la dolcezza della preghiera del Rosario nel ricordo di Maria, Madre di Cristo e nostra Madre; quest’anno, tuttavia, maggio porta con sé anche tre amarezze: la dignità del lavoro sempre più spesso minacciata e svilita; i rumori della guerra che aumentano di volume con rapidità preoccupante e aggressiva brutalità; la ferita ancora aperta dell’alluvione disastrosa e traumatica di un anno fa.

Proprio il 16 maggio dello scorso anno, dopo aver celebrato la festa di san Ruffillo a Forlimpopoli, mi trovavo con sacerdoti e fedeli nel tendone accanto alla Basilica per il pranzo. Piovve così tanto che dovemmo spostarci più volte per non essere bagnati dall’acqua che ci raggiungeva anche sotto la tavola. Sembrava finita lì. Invece, come in una ripresa cinematografica, gli eventi incalzano con inimmaginabile velocità: sentito il drammatico appello del sindaco, rientro subito in Seminario; ceno con i preti nella sala del sotterraneo (sarà l’ultima cena nella sala da pranzo per alcuni sacerdoti, e in quella sala ancora dobbiamo ritornare…); nel timore che la mancanza di corrente blocchi l’ascensore, saliamo al primo piano e seguiamo il telegiornale. Verso le 20.15 vado nel cortile e vedo (e soprattutto sento) le acque del fiume Montone che iniziano a scorrere vorticosamente sulla strada, travolgendo tutto fino ad inondare case e campi, il sotterraneo del Seminario, l’Emporio Caritas, la sede del Comitato contro la Fame nel Mondo, la Parrocchia di san Benedetto, il Quartiere... Dalle 20.30 il nostro piccolo mondo non sarà più come prima! Molte aree della Romagna subiranno la nostra stessa sorte.

Furono giorni terribili e tragici. Tre persone di Forlì persero la vita, altri videro sconvolta la loro vita per giorni e mesi. Alcuni devono ancora riprendersi. Molto si è detto sui cambiamenti climatici, sulla costruzione delle case in luoghi non idonei, sulla lezione da imparare nel rispetto dell’ambiente. Ma sono stati anche giorni dove l’umanità e la fraternità furono più forti del fango. Voglio solo dire una cosa: che la generosità non si improvvisa; che anche il cammino di fede, l’esperienza della vita comunitaria, le celebrazioni e le preghiere ci hanno preparato e ci preparano, giorno dopo giorno, a costruire comunità, ad affrontare con determinazione e coraggio ogni evento che si presenti. L’amore verso il prossimo è un frutto della fede.  Celebrare le feste non è un rito staccato dalla vita, ma ci innesta nella vita, nelle sue vicende quotidiane e in quelle straordinarie, dove più esigente è la richiesta di mettersi a servizio del prossimo. La mobilitazione delle comunità e delle associazioni e movimenti giovanili ecclesiali in particolare fu pronta e unanime. Questa è la Chiesa che ci piace! Quando sa essere concreta, generosa, intelligente, pronta e coinvolgente.

Nel giorno di san Ruffillo ritorneremo in Basilica a pregare con queste parole: Donaci di vivere in modo autentico e coerente la nostra vocazione cristiana. E la sera, in piazza, (e invito tutti!) ci ritroveremo per ricordare chi è stato travolto dalle acque e dal fango, perdendo la vita o vedendo sconquassata la propria casa. Ci ritroveremo anche per ringraziare, sì, per ringraziare il Signore che ci ha dato la forza di reagire insieme, aiutandoci gli uni gli altri come veri fratelli! È una lezione che ci viene da lontano: già i nostri padri nella fede, san Ruffillo e san Mercuriale, hanno affrontato, uniti e insieme, le minacce di allora. Questo chiediamo anche oggi per tutta la diocesi: imparare a rispondere con cuore ardente e generoso ai bisogni che si presentano.

Dio, dove sei?, ci siamo chiesti. Dio, il 16 maggio, era sulle strade a spalare fango e sarà nella testa di coloro che progetteranno luoghi più sicuri dove abitare e stili di vita più rispettosi dell’ambiente che Lui ci ha donato. Dio sarà nella saggezza di coloro che, con leggi adeguate e lungimiranti, daranno dignità, valore e tutela a tutti i lavoratori e lavoratrici. Così, Dio sarà nel cuore e nell’intelligenza di chi saprà proporre percorsi di dialogo e di pace lì dove ancora si dà spazio alla stupidità e sconcezza della guerra. Alla fine vinceranno i costruttori di pace. Come abbiamo vinto il fango, faremo tacere le armi.
+ Livio Corazza