Anche 100 forlivesi di Azione Cattolica con il presidente diocesano, Fabrizio Ponti, hanno partecipato all’incontro nazionale con Papa Francesco che si è svolto il 25 aprile in piazza San Pietro a Roma e aveva come titolo “A braccia aperte”. I due pullman dei pellegrini forlivesi hanno fatto ritorno dopo l’incontro con il Papa che ha aperto anche la XVIII assemblea elettiva alla quale hanno partecipato il presidente diocesano e altri 5 delegati forlivesi dell’Azione Cattolica di Forlì-Bertinoro.
“Il Papa, riprendendo lo slogan della giornata ci ha consegnato tre abbracci – afferma - afferma Fabrizio Ponti – quello che manca, alla base dei conflitti, dei contrasti, quello che salva, che permette di unire, di creare relazioni e che ci permette di uscire dalle solitudini, dalle fatiche e dalle povertà e, infine, quello che cambia la vita. Come testimoniano anche tanti Santi, anche per ognuno di noi c'è stato un abbraccio che ci ha chiamato per nome, e che ci ha fatto sperimentare l'abbraccio di Gesù”.
“Quello che mi ha colpito di più del discorso del Papa - continua Fabrizio – è il richiamo ad essere presenza di Cristo tanto più forte quanto più sappiamo stringere a noi e sorreggere ogni fratello bisognoso con braccia misericordiose e compassionevoli. Inoltre il Papa ci ha detto che la nostra vita è avvolta dal grande abbraccio di Dio, che ci ama per primo e ci stringe. Questo mi ha fatto riflettere sul fatto che solo sentendo e percependo l’abbraccio e l’amore di Dio, anche noi diventiamo capaci di aprire le nostre braccia al più piccolo e bisognoso. E soprattutto, che quando ci capita di cadere, o di perderci un po’ nelle nostre tenebre, è lì che sentiamo un po’ più lontano l’amore di Dio, ma in realtà è proprio lì che Lui ci stringe ancora più forte. Quindi niente, mi porto a casa un po’ il tentativo di tenere aperte queste braccia, anche quando mi sembra più difficile o faticoso.
“Da questa giornata – conclude il presidente di Azione Cattolica – ci portiamo a casa, grazie anche alle testimonianze che si sono susseguite, la necessità di creare relazioni e di mettere in atto azioni che ci permettano di portare la pace, nelle nostre vite, nelle nostre comunità e nella nostra società, in alleanza con le altre realtà della società civile ed ecclesiale. Desideriamo infine rispondere con entusiasmo all'invito che il Santo Padre ci ha fatto, di essere atleti e portabandiera di sinodalità nelle nostre comunità”.