Pubblichiamo le impressioni di alcuni dei 350 giovani forlivesi che hanno partecipato alla Giornata mondiale della gioventù di Lisbona
Don Filippo Foietta accompagnava i 28 giovani di Forlimpopoli: “Questa di Lisbona per me è stata la quinta Gmg, la prima da accompagnatore di un gruppo di ragazzi abbastanza numeroso. Eravamo in tutto 29 da Forlimpopoli, carichi di aspettative dopo mesi di preparazione, incontri, autofinanziamenti. I ragazzi, perlopiù fra i 16 e 17 anni tutti alla prima esperienza, non sapevano bene cosa aspettarsi se non quello che noi adulti avevamo testimoniato la gioia dell'incontro con ragazzi di tutto il mondo, la festa grande della Chiesa giovane che si ritrova intorno al Papa, le parole semplici, e motivanti del Papa stesso, la bellezza di un'esperienza che avrebbe cambiato in qualche modo le loro vite. Questo è quello che noi grandi ci siamo augurati e la motivazione che ci ha spinto a intraprendere questa avventura. Al ritorno, anche se sono trascorse poche ore, nel bilancio possiamo metterci sicuramente tutto questo. Abbiamo superato anche tante difficoltà, non ultimo il caldo atroce di questi ultimi due giorni proprio nel clou della Gmg. I ragazzi erano giovani per cui non tutti avvezzi trascorrere una settimana del genere all'estero. Ma tra qualche lacrima e tanti abbracci siamo riusciti a portare a casa un'esperienza davvero forte che porteremo nel cuore per molto tempo.
Il cammino più importante inizia ora, dovremmo riprendere le parole del Papa, accogliere le parole del Vangelo che ci ha testimoniato, metterle in pratica nella vita della nostra comunità nel prossimo futuro. L'entusiasmo di questi giorni deve trasformarsi in qualcosa di solido, una base su cui costruire la prossima Chiesa di Forlimpopoli, di Forlì-Bertinoro e perché no, universale. L'incontro è la convivenza con tanti giovani della stessa età provenienti da tutto il mondo, ma anche dalle altre parrocchie della nostra zona, ha aperto porte e finestre di una comunità di per sé molto viva ma con grandi possibilità di conoscenza e di accoglienza di esperienze diverse. Grazie a un gruppo di adulti molto forte presente a Forlimpopoli, siamo fiduciosi che tutto questo porterà molto frutto.
Da un punto di vista più personale l'evento della Gmg per me è stato importante, per la mia vita e per la mia vocazione. Questa è stata una occasione per ritornare un po' alle mie origini. Mi ha colpito, come d'altra parte ai ragazzi, il clima di festa, di gioia e di accoglienza che dovrebbe essere nella chiesa a tutti i livelli. Una boccata di aria fresca che fa bene anche al mio ministero. Ringrazio il Signore per tutto ciò che mi ha dato, perché mi ha chiamato, perché mi ha affidato un gruppo di ragazzi straordinari con cui camminare e crescere insieme nella fede.
Anche il seminarista Francesco Agatensi, che sarà ordinato diacono il prossimo 10 settembre, faceva parte del gruppo di Forlimpopoli: “Il 31 luglio sveglia alle quattro e mezzo, caffè e poi via in aeroporto. I ragazzi non sembrano avere poi così tanto sonno, gli animi sono eccitati, per diversi è il primo aereo della vita. Per il primo pomeriggio siamo a Lisbona, sistemati in due scuole presso la parrocchia di Sant’Eugenio. Dopo i soliti inghippi organizzativi di una macchina cosi immensa, ogni gruppo è già in giro a prendere confidenza con la città e a mangiare qualcosa. A cena chiedo ad una ragazza cosa l'ha colpita della giornata. L'aereo, mi dice, era il primo che prendevo. Ma cosa vuol dire che ti ha colpito, che esperienza hai fatto? le faccio, lei risponde: felice. Ecco come si impara a dare un nome alle esperienze che si vivono, per vedere se corrispondono al desiderio di felicità che ci ha mosso a partire. Come oggi quando, dopo la preghiera iniziale assieme, col gruppetto di Forlimpopoli siamo andati a fare un tuffo nelle onde alte dell'oceano Atlantico. L'aria è fresca e il cuore lieto.
Il 2 agosto siamo entrati nel vivo della Gmg. La mattina catechesi e messa. Ci chiediamo cosa significa essere cristiani oggi.Partiamo da un modo di stare nella realtà, nel creato, nella nostra terra ferita non da predatori, ma da contemplativi, cioè uomini e donne attenti ai doni che ci vengono fatti. E così abbiamo visto in giornata, passeggiando per il centro della città, visitando la cattedrale di Lisbona, per ringraziare la Chiesa che ci ha accolto, festeggiando con gli italiani in riva al mare!
Il 3 agosto dopo la catechesi e la messa del mattino in 500.000 a dare il benvenuto a Papa Francesco alla Collina dell'incontro, un parco in pieno centro di Lisbona. Una grande festa e parole immediatamente capaci di toccare i cuori: siete qui perché chiamati dall'inizio dei vostri giorni ... Perché il Signore vi chiama per nome e vi ama per come siete. Concetto approfondito nel grande gesto della Via Crucis, sempre alla collina dell'incontro: la scoperta che nella sofferenza e nella fragilità c'è l'amore di Dio”.
Lorenzo Fabbri di Terra del Sole accompagnava i ragazzi della sua parrocchia: “Della Gmg mi hanno colpito le tante domande che mi hanno posto i ragazzi. Domande sulla fede, domande sugli altri, domande su Dio. Nel profondo il momento più toccante è stato quando alla veglia di sabato 5, al momento dell'Adorazione Eucaristica si è creato un silenzio impensabile per un evento con milioni di persone. Mi porterò a casa i volti dei ragazzi che ho accompagnato che in questi giorni hanno capito che cos'è veramente la Chiesa e che hanno condiviso non solo le loro gioie, ma anche le loro debolezze e difficoltà”.
Lucia Ravegnani di Regina Pacis: “Questa Gmg è stata una scoperta positiva, ricca di emozioni, gioia, pace, stupore, ma anche piena di momenti di riflessione personale. Ho avuto modo, come rarissime volte nella mia vita, di scavare a fondo dentro di me e pensare al vero senso della vita, dell'amicizia e dell'amore. Vicino a tutte le persone che hanno condiviso questo cammino con me, mi sono sentita vera, priva di maschere e, posso dirlo, veramente felice.
Ogni evento, ogni preghiera e riflessione, ogni pensiero condiviso con gli amici è stata una luce, che ha raggiunto la mia anima e il mio cuore. Ciò che per me è stato più emozionante è stata sicuramente la Via Crucis, insieme alla veglia, difficili da descrivere a parole, ma che ho vissuto appieno in ogni secondo.
Sara Vitali ha partecipato con il gruppo dei Romiti: "Brillate, ascoltate, non abbiate timore": con queste parole Papa Francesco si è rivolto alla folla di un milione e mezzo di persone, radunata a Lisbona in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù 2023. Al momento della partenza, il 31 luglio, non sapevo bene cosa aspettarmi da questa esperienza. Sono partita con un gruppo che, pur avendo scritto "Romiti" sul tricolore di riconoscimento, era in realtà molto vario: una trentina fra ragazzi e responsabili, provenienti da varie parrocchie e da gruppi associativi diversi.
Da subito, però, si è creato un clima di confidenza e supporto reciproco: le difficoltà non sono mancate - come la ricerca del cibo il giorno della veglia finale - ma le abbiamo affrontate insieme e col sorriso.
L'invito di Papa Francesco a "brillare" ha infatti come presupposto fondamentale le ferite personali di ognuno, da cui ripartire e sprigionare luce. E certo la luce lavora in modo reciproco: illuminiamo e veniamo illuminati. Dio ama sempre attraverso qualcuno e possiamo trovare le radici della nostra gioia in amici e parenti, ma anche in semplici conoscenti, provenienti addirittura da angoli opposti del mondo.
La diversità è emersa anche attraverso i canti di ogni paese, improvvisati per strada o nella metro, che spesso si fondevano creando un'armonia dissonante. Il richiamo del Papa ad "ascoltare" riguarda quindi non solo la Parola, ma anche chi ci sta intorno, perché siamo parte di qualcosa di più grande.
Il momento in cui penso che ciascuno lo abbia realizzato è stata la veglia dell'ultimo giorno: dal sole cocente del primo pomeriggio alle timide stelle notturne, il cielo di Lisbona ha accolto sotto di sé il milione e mezzo di persone sopracitato. Organizzati in settori, abbiamo ascoltato nello stesso momento le parole del Papa, ci siamo lasciati coinvolgere dal fascino di balli e musica e abbiamo dormito gomito a gomito con francesi e gruppi di Capo Verde.
Non dimenticherò l'emozione del tenerci per mano per non perderci nella folla, come una lunga catena, nella consapevolezza di non essere soli. Una sicurezza nuova: "Non abbiate timore".
Del gruppo della Pianta facevano parte Francesca, Gioele, Elena, e Alice.
Francesca Ghetti: "Prendi quello che il Signore ti dà e dona quello che il Signore ti chiede. È la frase di Papa Francesco che più mi ha colpito.
Gioele Foschi: "È stata un'esperienza incredibile soprattutto la notte del 5 al Parco Tago, stretti come sardine e all'addiaccio, ma felici di poter vivere, la mattina dopo, la messa col Papa che ci ha detto che quando si cade bisogna rialzarsi. E quando vediamo un nostro amico che è caduto, dobbiamo sollevarlo. Ed è l'unico momento in cui è lecito guardare una persona dall'alto in basso, ed è per aiutarla a rialzarsi".
Elena Marchi: "Il pomeriggio del 4 abbiamo partecipato alla Via Crucis insieme a Papa Francesco e a tutti gli altri pellegrini. Il momento più duro del viaggio è stato il pellegrinaggio a piedi per raggiungere il Campo da Graça, sotto il sole cocente. La fatica è stata poi ripagata dall'opportunità di ascoltare le parole di Papa Francesco durante la Veglia di sabato, insieme a tantissimi ragazzi della nostra età provenienti da ogni angolo del mondo, parole che hanno esortato noi giovani ad essere radici di gioia ed allegria, e dal divertimento della notte sotto le stelle".
Alice Foschi: "Nella vita di tutti i giorni sembra che tutto vada a strapiombo, che i giovani non abbiano futuro e che non sappiano ragionare con la propria testa. Poi ti ritrovi qui con un milione e mezzo di ragazzi e ti accorgi che non siamo proprio alla deriva, con Gesù che ci guida".