Inizia con questa liturgia, celebrata nell’azienda Zambelli di Civitella di Romagna, la visita pastorale nella Val Bidente.
Ringrazio la ditta Zambelli per l’ospitalità, ringrazio i sindaci di Galeata e Civitella, ringrazio i rappresentanti di altre aziende del territorio. Tutti i lavoratori e le lavoratrici. Il Coro di Pianetto. Idealmente sentiamo tutti presenti. Il mondo del lavoro è luogo di presenza di Dio.
Sono partito da un’azienda nella consapevolezza che se c’è lavoro la gente rimane altrimenti le valli e le comunità si svuotano.
Abbiamo meditato sul lavoro come vocazione; sul lavoro sperato e cercato; sul lavoro come segno di speranza.
Se abbiamo pregato con questa intenzione, significa che il lavoro non è sempre luogo di speranza e di umanità.
Lo abbiamo sentito anche ieri, nelle parole accorate del Presidente della Repubblica, che denunciava un lavoro oggi a rischio "Salari troppo bassi, intollerabile indifferenza per le morti sul lavoro".
La condizione del lavoro in Italia e nel nostro territorio ci preoccupa come cittadini e come cristiani.
Per un cristiano, il lavoro è luogo di incarnazione di Dio e di redenzione dell’uomo.
Abbiamo pregato Cristo come divino operaio che ha dato un senso nuovo alla fatica umana, per trasformare il lavoro in fonte di speranza.
Dio non è presente solo in Chiesa, ma anche sul posto di lavoro.
Gesù, il figlio di Dio, figlio di un falegname e quindi falegname e carpentiere lui stesso, ha santificato il lavoro dell’uomo. Le fabbriche sono come le chiese: luoghi dove Dio è presente. Nei luoghi di lavoro, Dio si fa corpo vivo nella carne di coloro che lavorano.
Il lavoro è una vocazione, una chiamata da parte di Dio dove vivere la fraternità cristiana, luogo di condivisione, di rispetto, di ascolto, di comunione.
Insomma luogo di umanizzazione e di speranza.
Ma oggi il lavoro è un segno di speranza? Cito ancora il Presidente che cita il papa. "Il carattere della nostra società è a misura della dignità della persona che lavora, anche per rispettare l’articolo 36 della nostra Costituzione. “Non venga mai meno il principio di umanità come cardine del nostro agire quotidiano” ci ha ricordato Papa Francesco nella benedizione pasquale, il suo ultimo messaggio". (Sergio Mattarella alla Bsp di Latina)
Ancora due citazioni di papa Francesco: “Dobbiamo oggi domandarci che cosa possiamo fare per recuperare il valore del lavoro; e quale contributo, come Chiesa, possiamo dare affinché esso sia riscattato dalla logica del mero profitto e possa essere vissuto come diritto e dovere fondamentale della persona, che esprime e incrementa la sua dignità”.
Francesco esorta i partecipanti all'iniziativa delle Acli, a "non perdere la speranza", sottolineando che proprio il lavoro, il sentirsi utili agli altri, produce speranza.
La speranza, infatti, non è ottimismo che dipende dalle circostanze, ma fiducia che si ingenera attraverso la costruzione impegnata e partecipe del bene comune. Il lavoro, dunque, è protagonista di speranza, è la via maestra per sentirsi attivi nel bene in quanto servitori della comunità, perché occuparsi degli altri è il miglior modo per non preoccuparsi di cose inutili.
Il lavoro sia luogo di testimonianza dove si vive e si annuncia il vangelo del lavoro; luogo di costruzione della fraternità universale; luogo di costruzione del futuro; luogo di amore per il creato. Buon lavoro a tutti!