“Noi amiamo la morte come voi amate la vita” è il titolo di un famoso saggio sui terroristi suicidi, diventato una pietra miliare per gli specialisti della materia.
Noi amiamo la vita! Amiamo la nostra e la loro vita; amiamo la vita di tutti. L’amore della morte porta solo atrocità, odio e infelicità. Perfino i bambini diventano strumento per i loro progetti. I mafiosi, i terroristi, i criminali non si fermano neanche davanti ai bambini. Sono uomini e donne che non hanno capito niente della vita. Il primo passo è non diventare come loro. La preghiera ha come fondamentale obiettivo di non diventare come loro, di non covare l’odio come risposta. Se rispondiamo come loro, con la violenza e l’odio, vincono loro!
La seconda risposta all’odio è capire dove abbiamo sbagliato. Sì, perché se un fratello (non vedo sorelle, vedo solo uomini che uccidono così…), se un fratello arriva ad odiare così tanto, forse in qualcosa abbiamo sbagliato anche noi. Per lo meno, abbiamo perso tempo. Quando sembrava fossimo in pace, non abbiamo cercato il dialogo, ma abbiamo lasciato crescere l’odio. Non ci siamo impegnati abbastanza. Ci bastava un simulacro di pace.
Ma sono tanti, oramai, coloro che ricorrono alle armi, alla eliminazione anche degli innocenti come affermazione delle proprie idee. Sì, perché coloro che odiano non uccidono i carnefici, ma uccidono gli innocenti. Uccidono donne, giovani, bambini, anziani, persone inermi e disarmate. Che campioni di coraggio!
Diceva papa Benedetto XVI: “I deserti esteriori del mondo crescono perché i deserti interiori sono diventati vasti. Pertanto, i tesori della terra non servono più a costruire il giardino di Dio in cui tutti vi abitino, ma sono stati fatti per servire i poteri di sfruttamento e distruzione”.
Ora la strada si fa ancora più difficile. Fra qualche giorno, forse, Papa Francesco stenderà una seconda Fratelli tutti, ripetendo le stesse parole che ha appena scritto nella Laudate Deum, al n. 2. Potrebbe scrivere così: “Sono passati ormai tre anni dalla pubblicazione della Lettera enciclica Fratelli tutti, quando ho voluto condividere con tutti voi, sorelle e fratelli del nostro pianeta sofferente, le mie accorate preoccupazioni per la pace e l’amicizia sociale. Ma, con il passare del tempo, mi rendo conto che non reagiamo abbastanza, poiché il mondo che ci accoglie si sta sgretolando e forse si sta avvicinando a un punto di rottura. La guerra a pezzi avanza e brucia intere popolazioni. Fermatevi fratelli e sorelle, fermatevi, prima che sia troppo tardi”.
Credo che papa Francesco non dovrà aspettare altri cinque anni per scrivere la seconda Fratelli tutti. Fermiamoci fratelli e sorelle, prima che sia troppo tardi. E impegniamoci tutti, impegniamoci anche per quelli che non si impegnano!
+ Livio Corazza
LA PREGHIERA E L'ABBRACCIO PER LA PACE
La preghiera per la pace in Terra Santa e nel mondo, promossa dall’Ufficio diocesano per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso, presso l’Istituto delle suore Francescane dell’Immacolata, martedì 17 ottobre, in occasione della Giornata nazionale di digiuno e preghiera per la pace e la riconciliazione è stata toccante e significativa.
Di fronte a 100 bambini della scuola materna, di varie nazionalità e religioni, insieme alle loro maestre e alle suore Francescane, i rappresentanti delle diverse confessioni religiose del nostro territorio si sono impegnati a vivere in pace e fraternità. Assieme al vescovo, mons. Livio Corazza, erano presenti il presidente della comunità islamica forlivese e preti delle confessioni cattoliche orientali, ucraina e rumena nonché il parroco rumeno ortodosso. Presente anche una rappresentante dell'associazione “Amicizia ebraico cristiana” e il direttore del Servizio Migrantes di Forlì.
I vari rappresentanti hanno portato il loro saluto, ricordando il riferimento comune delle religioni presenti ad Abramo, il senso della fraternità universale e della pace che deve regnare nel mondo tra gli uomini e con il creato.
I bimbi hanno partecipato alla preghiera con i loro canti, portando sul tavolo, ricoperto con la tovaglia della pace cucita con stoffe di diverso colore, la statua di San Francesco, icone di Santi, il testo del Corano. Durante il canto finale hanno proposto un abbraccio al quale si sono uniti tutti i rappresentai religiosi.
Il Vescovo aveva richiamato la fraternità che tutti ci unisce e invitato alla preghiera con la recita del Padre Nostro.
LETTERA DEL VICARIO GENERALE PER LA GIORNATA
DI PREGHIERA E DIGIUNO PER LA PACE IN TERRA SANTA
Carissimi,
da alcuni giorni tutti stiamo seguendo con trepidazione gli eventi drammatici in Terra Santa. Sentiamo forte la sintonia con le parole del Cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme dei Latini: «Non possiamo lasciare che la morte e i suoi pungiglioni siano la sola parola da udire. Per questo sentiamo il bisogno di pregare, di rivolgere il nostro cuore a Dio Padre. Solo così potremo attingere la forza e la serenità di vivere questo tempo, rivolgendoci a Lui, nella preghiera di intercessione, di implorazione, e anche di grido».
Per questo siamo tutti invitati ad aderire alla GIORNATA NAZIONALE DI DIGIUNO, PREGHIERA E ASTINENZA PER LA PACE E LA RICONCILIAZIONE, promossa dalla Presidenza della C.E.I. per martedì 17 ottobre p.v., in comunione con i cristiani di Terra Santa.
Nella nostra Diocesi martedì 17 alle 9.30 ci sarà un momento di preghiera per la pace a cura dell’Ufficio per l’ecumenismo e il Dialogo interreligioso presso l’Istituto delle Suore Francescane dell’Immacolata, a cui parteciperà il Vescovo Livio.
Nello stesso giorno le nostre comunità sono invitate a ritrovarsi per un momento di Adorazione eucaristica, utilizzando il formulario allegato, oppure altre forme di preghiera per la pace secondo l’opportunità e gli usi locali.
In allegato a questo messaggio troverete, inoltre, una intenzione per la preghiera dei fedeli da proporre nelle Messe di domenica 15 ottobre e il testo integrale della lettera del card. Zuppi, presidente della C.E.I.
Saluti fraterni.
Forlì, 13 ottobre 2023
Don Enrico Casadei
Vicario Generale