Messaggio del Vescovo per l'ora di religione

17/01/2024

Un’ora di libertà, per conoscere e conoscere se stessi:

il messaggio del Vescovo in vista della scelta

di avvalersi dell’Insegnamento della religione cattolica



Di solito si dice che uno è ottimista quando vede il bicchiere mezzo pieno, pessimista se lo vede mezzo vuoto.
Allora, che dire della notizia che quasi l'ottanta per cento degli alunni italiani (e forlivesi) si avvalgono dell’Insegnamento della religione cattolica (Irc)?
Che il bicchiere non è mezzo pieno ma... pieno trequarti!
Le motivazioni per avvalersi dell'ora di religione sono almeno tre.
Innanzitutto, culturali. Durante l'Irc si conosce l'origine e il significato delle feste. Abbiamo appena finito di celebrare il Natale e fra un po’ arriverà la Pasqua, noi forlivesi festeggeremo la Madonna del Fuoco: quali sono le origini e il significato di queste feste?
A Forlì ci sono centinaia di chiese, eventi storici che hanno segnato la sua storia e molti personaggi sono stati importanti per tutti. Vedi Beata Benedetta Bianchi Porro, Annalena Tonelli, Lamberto Valli, Roberto Ruffilli, don Pippo, Claudio Chieffo, don Francesco Ricci, etc... Conoscerli significa conoscere la storia di Forlì e conoscere ciò che i nostri occhi ci mostrano. Conoscere la Bibbia, il libro più stampato nel mondo. Conoscere anche le altre religioni.
Frequentare l'ora di religione, quindi, ha lo scopo di sconfiggere l'ignoranza. E, sappiamo, per parafrasare Goya, che l'ignoranza religiosa crea mostri! O preferiamo che i nostri ragazzi siano più ignoranti?
Ci sono motivazioni umane. Durante l'Irc l'alunno diventa la materia scolastica. Lo dico da ex-insegnante, durante l'ora di religione, i ragazzi raccontano se stessi, condividono sentimenti e speranze, preoccupazioni ed esperienze. Imparano a raccontare di sé, ad ascoltare con rispetto le idee degli altri e ad avere il coraggio di sostenere le proprie. Con i ragazzi si affrontano i problemi dell'adolescenza e il rapporto con gli adulti. Si scambiano ideali e sogni per il proprio futuro.
Infine, durante l'Irc si approfondiscono, anche a partire dall'insegnamento sociale della Chiesa cattolica, le questioni sociali più importanti del nostro tempo. Si parla di pace, di ambiente, di amicizia, di lavoro, di volontariato... Una bella occasione per confrontarsi liberamente, per imparare a dialogare nel rispetto reciproco, non solo a ripetere i contenuti di una lezione scolastica.
L'Irc è un'ora di libertà. Non si è obbligati a frequentarla, si potrebbe fare altro e la scelta di avvalersene diventa ancora di più significativa. Mi piace sottolineare che la frequentano anche alunni che non sono cattolici. Da un rapido sondaggio fra alcuni insegnanti, si viene a sapere che la frequentano anche alunni di religione islamica, buddisti, alunni cristiani ortodossi. E anche tanti che si dichiarano non credenti. Con loro presenti è anche possibile scambiarsi le informazioni rispetto alle loro convinzioni e ideali di vita. A nessuno viene chiesto di aderire o lasciare una religione, ma viene chiesto di conoscere. Non si può scegliere liberamente se non si conosce quello che si lascia o quello che si prende.
Incoraggio tutti ad aderire all'Irc: è un'ora di libertà, dove si vince l'ignoranza religiosa, si impara a conoscersi e ad accogliersi nell'unicità di ogni personalità, si impara a dialogare, a partecipare e a crescere insieme. In tempi di diffuso fanatismo religioso, di violenze verbali, di guerre fratricide, di indifferenza verso il prossimo, di intolleranza verso chi crede o verso che non crede, penso che sia davvero utile a tutti frequentarla. Non penso che ci sia qualcuno che preferisce l'ignoranza!
Ringrazio gli insegnanti di religione cattolica che con pazienza, competenza e passione offrono un servizio prezioso alle famiglie e a tutta la società.
+ Livio vescovo