Pubblichiamo la dichiarazione del 22 marzo 2025 del card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, appena appresa la notizia delle dimissioni di Papa Francesco dal Policlinico A. Gemelli.
La notizia delle dimissioni del Santo Padre dal Policlinico A. Gemelli ci riempie di gioia. In queste settimane lo abbiamo accompagnato con la preghiera e continueremo a sostenerlo così come è accaduto nei dodici anni di Pontificato.
Durante questa lunga degenza, ci ha mostrato “la ‘benedizione’ che si nasconde dentro la fragilità, perché proprio in questi momenti impariamo ancora di più a confidare nel Signore” (Angelus, 2 marzo). Dalla cattedra dell’ospedale, ci ha ricordato quanto è necessario il “‘miracolo della tenerezza’”, che accompagna chi è nella prova portando un po’ di luce nella notte del dolore” (Angelus, 9 marzo). Ora, insieme a lui, diamo “lode al Signore, che mai ci abbandona e che nei momenti di dolore ci mette accanto persone che riflettono un raggio del suo amore” (Angelus, 16 marzo), assicurandogli la vicinanza e la preghiera delle nostre comunità.
La preghiera e gli auguri al Papa nel dodicesimo anniversario della sua elezione (13 marzo 2025)
“Vogliamo far arrivare al Papa l’attaccamento e la preghiera dell’intera Chiesa in Italia, perché senta forte la nostra vicinanza filiale insieme con la consolazione del Padre buono, che sempre si prende cura dei suoi figli, soprattutto nei momenti più difficili della vita. In questa condizione di fragilità la sua figura diventa ancor di più motivo di comunione. Il popolo cristiano lo ama e siamo colpiti dal fatto che pure non credenti e fedeli di altre religioni si uniscano all’invocazione per la sua salute, considerandolo un apostolo di pace e di spiritualità”. Così il card. Zuppi ha ricordato il 10 marzo Papa Francesco introducendo i lavori del Consiglio per manente della Cei che si è svolto a Roma.
Poi il 13, il Consiglio permanente ha inviato gli auguri al Papa in occasione del dodicesimo anniversario della sua elezione.
“Poiché Mosè sentiva pesare le mani, presero una pietra, la collocarono sotto di lui ed egli vi si sedette, mentre Aronne e Cur, uno da una parte e l’altro dall’altra, sostenevano le sue mani”.
“Beatissimo Padre, nel fare memoria dei Suoi dodici anni di Pontificato, ci è sembrato che questa immagine tratta dal libro dell’Esodo si adatti bene al momento che Lei sta vivendo…Il giovane Giosuè viene inviato sul campo a fronteggiare il nemico. Ma Mosè sa che questo non basta…Quello che Mosè non poteva immaginare è che la battaglia sarebbe stata lunga e che la stanchezza avrebbe potuto metterlo alla prova. Il racconto dice che, a questo punto, qualcuno si prende cura di lui e lo fa accomodare su una sede solida, mentre i suoi collaboratori più stretti lo sostengono nella preghiera. Ci pare di cogliere in questa narrazione una pagina di stretta attualità legata al Suo momento storico. Se da una parte c’è la stanchezza per la condizione di salute e per la degenza, dall’altra vediamo nel letto del Gemelli una cattedra solida del Suo luminoso magistero di unità e di carità. Al contempo, proprio come Aronne e Cur, teniamo le Sue mani nella preghiera di affidamento al Signore. Grazie, Santità, per la Sua testimonianza e per la forza che continua a trasmettere a tutti noi. Le assicuriamo il nostro sostegno e continuiamo a fare nostra la Sua stessa invocazione: preghiamo con Lei e per Lei. Questo anniversario diventa, dunque, motivo di ulteriore gratitudine al Signore, che è Signore del tempo e della storia. RinnovandoLe la nostra vicinanza, Le assicuriamo l’affetto delle Chiese che sono in Italia. Auguri, Santità”.
Il vescovo mons. Livio Corazza ha inviato venerdì 21 febbraio un messaggio ai sacerdoti, ai diaconi, ai religiosi ai consigli pastorali e presbiterali, agli uffici pastorali e alle consulte delle associazioni laicali e degli organismi socio assistenziali per invitare a pregare ancora per Papa Francesco aderendo alla proposta della Conferenza episcopale italiana che nei giorni scorsi aveva rinnovato la vicinanza al Papa: "Nell'affidare al Signore l'operato dei medici e del personale sanitario, ci stringiamo al Santo Padre con affetto, invitando le comunità ecclesiali a sostenerlo con la preghiera in questo momento di sofferenza".
"Fin da subito, spontaneamente, abbiamo accompagnato il ricovero in Ospedale di Papa Francesco con la nostra preghiera e il nostro affetto – afferma il Vescovo nel suo messaggio - come Chiesa di Forlì-Bertinoro, vogliamo continuare ad assicurare a Papa Francesco, il calore della nostra vicinanza e l'intensità della nostra preghiera". Mons. Corazza ha chiesto di pregare per Papa Francesco in particolare durante le Messe di domenica 23 febbraio e ha aggiunto anche una sua intenzione: "Signore, ti affidiamo Papa Francesco nella sua infermità: donagli fortezza nella prova e salute, perché possa portare a compimento il ministero che gli hai affidato".
Sempre domenica 23, il presidente della Cei, card. Matteo Zuppi, ha guidato la preghiera liturgica rosario, trasmesso su TV2000. "Vogliamo stringerci al Santo Padre – afferma il card. Zuppi in una Nota della Cei sul sito www.chiesacattolica.it – chiedendo al Signore di sostenerlo in questo momento di sofferenza, perché trovi sollievo e possa ristabilirsi al più presto. Sarà un modo concreto per rinnovargli la vicinanza e l'affetto delle comunità ecclesiali italiane, che da giorni hanno intensificato la loro preghiera".
Sul sito della Cei, inoltre, si rende noto che quello del 23 "è il primo appuntamento che, a partire da Bologna, coinvolgerà da domani tutte le Chiese in Italia unite, insieme, in un unico abbraccio orante. L'Ufficio Liturgico Nazionale sta predisponendo due schemi, disponibili a breve, per tessere questa catena di preghiera che raduna tutte le comunità intorno al Vescovo di Roma che presiede nella comunione".