"Il momento storico che stiamo vivendo ecclesialmente e socialmente parlando è di grande significato. A questo si aggiungono le storie personali e familiari di ciascuno di noi e delle persone che portiamo nel nostro cuore in questi giorni e in questo tempo. Siamo arrivati anche noi a Roma, come meta del nostro pellegrinaggio spirituale, da cui ripartire con nuovo slancio e intensità spirituale per riprendere il cammino rinnovati dalla Grazia di Dio". Così il vescovo, mons. Livio Corazza, ha indicato il significato del pellegrinaggio giubilare diocesano che si è svolto a Roma dal 24 al 26 marzo, a cui hanno partecipato circa 400 forlivesi: duecento partiti il 24 mattina, altri hanno raggiunto Roma il 25 e l'ultimo gruppo di 150 il 26.
Prima tappa del viaggio, coordinato da Mariella Leoni, responsabile dell'Ufficio diocesano pellegrinaggi, l'abbazia delle Tre Fontane e la basilica di San Paolo fuori le Mura con passaggio della Porta Santa e santa messa presieduta da mons. Corazza.
Martedì 25 visita al quartiere ebraico e alla sinagoga, nel pomeriggio passaggio della Porta Santa nelle basiliche di Santa Maria Maggiore, con la celebrazione della messa presieduta da mons. Corazza e di San Giovanni in Laterano: "Nel sì di Maria, riconosciamo e rinnoviamo il nostro sì – ha affermato il Vescovo nell'omelia della festa dell'Annunciazione - è un sì personale, ma non solitario, bensì comunitario, un sì allo Spirito del Padre che ci chiama alla comunione gli uni gli altri".
Mercoledì 26 pellegrinaggio da Piazza Pia lungo via della Conciliazione per il passaggio della Porta Santa nella basilica di San Pietro e la celebrazione della messa all'altare della Cattedra.
Alle celebrazioni nelle 4 basiliche giubilari hanno partecipato anche le diocesi di Faenza-Modigliana, Imola e San Marino con i rispettivi Vescovi, in totale 1.500 pellegrini dalla Romagna.
Il racconto dei pellegrini: "Una esperienza di unione, di speranza e di fiducia"
Durante il viaggio di ritorno a Forlì alcuni pellegrini hanno raccontato le prime impressioni a caldo delle tre giornate romane.
Afferma Alberto Gardini: "E' stata una bellissima esperienza di unità tra noi forlivesi e con le altre Diocesi della Romagna che hanno partecipato. Un segno importante di unione, di speranza e di fiducia, che abbiamo espresso anche cantando insieme Romagna Mia al termine del pellegrinaggio".
Don Enzo Scaioli, parroco di Coriano e don Filippo Foietta, parroco della Pianta hanno guidato i 150 forlivesi che si sono uniti al pellegrinaggio l'ultimo giorno. "Siamo partiti con 3 pullman con pellegrini di Coriano, Pianta, Forlimpopoli, Santa Sofia, dell'Unitalsi e tanti altri. Abbiamo partecipato all'ingresso alla Porta Santa di San Pietro e alla celebrazione conclusiva. È stata una bella esperienza di comunità, di Chiesa, facilitata da una bellissima giornata di sole - sottolinea don Filippo e don Enzo aggiunge - l'invito del nostro Vescovo a camminare verso la Porta Santa ha coinvolto tutti anche noi che siamo arrivati l'ultimo giorno. E' stato impegnativo, ma molto bello con il desiderio di vivere profondamente questo incontro con la misericordia con Cristo, la porta attraverso cui si entra si entra nella bellezza e nella pienezza di vita".
Gli fa eco il diacono permanente Stefano Norcini: "Che grande emozione vedere con un colpo d'occhio tutta la Romagna e San marino insieme ai propri Vescovi, circa 1500 persone. Un percorso di tre giorni attraverso le basiliche giubilari per arrivare a riunirsi tutti in Vaticano con passaggio della Porta Santa e celebrazione della santa messa all'altare della Cattedra di Pietro con 5 Vescovi, circa 40 preti, 10 diaconi, 8 ministranti".
Aggiunge Bruna Pagliai: "Abbiamo camminato sulle strade di coloro che sono all'inizio della trasmissione della fede, abbiamo visto i segni della loro presenza, abbiamo respirato la stessa aria. Grazie alla Chiesa che attraverso il Giubileo ci offre l'occasione di una vita rinnovata dalla grazia del perdono e dell'indulgenza".
Amati Giovanni