Lunedì 28 ottobre, alle 20.45, in Cattedrale il vescovo, mons. Livio Corazza, presiederà la celebrazione di apertura e presenterà gli orientamenti del nuovo anno pastorale 2024-2025 che avrà come tema "Riceverete la forza dallo Spirito Santo".
Le parrocchie sono invitate a partecipare con un rappresentante che porta la croce a stile.
"Il cammino dell'anno pastorale con il Giubileo sono un pellegrinaggio di speranza – così affermava mons. Corazza in un recente incontro con i sacerdoti - sono l'occasione per cercare di ritrovare la nostra dimensione autentica di comunità di discepoli che camminano insieme, che vivono un rapporto intimo, profondo e rigenerante con il Maestro e che traggono dall'incontro con il Risorto la forza e l'entusiasmo di annunciare la Buona Notizia. Abbiamo deciso di mantenere per tutto l'anno pastorale la proposta che papa Francesco aveva fatto in preparazione al Giubileo: un cammino di approfondimento sulla preghiera. Proponiamo due percorsi, uno più catechistico e il secondo più esperienziale, perchè si impara a pregare pregando. Il primo lo abbiamo pensato come catechesi sulla preghiera, una cattedra dei credenti, per noi che abbiamo bisogno di conoscere meglio la nostra fede, il secondo come formazione alla preghiera attraverso una esperienza concreta. Il tutto per un rinnovamento in senso missionario della nostra vita ecclesiale".
L'icona dell'anno pastorale
Le monache di Montepaolo hanno realizzato anche quest'anno l'icona che accompagnerà questi mesi il cammino e ne offrono la lettura e la spiegazione.
L'icona che accompagna il cammino della nostra Chiesa diocesana in questo anno è la riproduzione di una miniatura del nuovo messale in lingua araba della Chiesa di Gerusalemme,
L'immagine rappresenta la comunità degli apostoli nel giorno di Pentecoste.
Vediamo tre scene sovrapposte e contemporanee.
Al centro i dodici apostoli si trovano riuniti nella stanza al piano superiore insieme a Maria. Hanno visto il Risorto, che li ha invitati a credere nel compimento della promessa del Padre: il dono dello Spirito Santo. Sono rimasti insieme a Gerusalemme, hanno saputo aspettare consapevoli che le loro forze umane, già crollate di fronte allo scandalo della croce, non potevano bastare.
Sarà il Paraclito a rendere questa fragile comunità trasparenza della Presenza di Dio nel mondo.
Nel giorno di Pentecoste lo Spirito Santo discende e si fa riconoscere attraverso segni tangibili: un fragore, un vento impetuoso, delle fiammelle come di fuoco... Dall'alto la sua azione si irradia come onde concentriche che diffondono luce e calore, e fiamme di fuoco vanno a posarsi sui capi degli apostoli. I loro sguardi sono attratti da questa presenza, che vedono anche rispecchiata sul volto di Maria, la Madre della Chiesa, volto che alcuni degli apostoli contemplano.
La scena in basso rappresenta quello che avviene al di fuori del cenacolo. Le porte che introducono nella sala al piano superiore sono spalancate dal vento dello Spirito, che non può essere confinato da mura. Il fragore sveglia l'interesse delle tante persone presenti a Gerusalemme ma originarie di molti popoli diversi. E la scena si vivacizza. I volti, le posizioni delle mani e dei corpi manifestano un fermento colmo di attesa e di sorpresa: popoli "di ogni nazione che è sotto il cielo" sentono parlare gli apostoli nella propria lingua, lo Spirito rende capaci di comunicare e di comprendersi senza annullare le diversità. Donne e uomini, bambini e anziani, sapienti e gente semplice sono pieni di meraviglia!
Tutto questo accade nel cuore di Gerusalemme, che resta in alto sullo sfondo, come in ogni nostra città, crocevia di umanità, luogo di convivenza e di conflitti, perché ogni realtà umana può essere abitata dalla misericordia che ci rende fratelli.
Le sorelle monache di Montepaolo